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Bortoni (AEEGSI): lavoriamo sul modello italiano di capacity market

Il presidente dell'Authority afferma: "in un mondo elettrico che va verso costi variabili medi prossimi allo zero, il driver deve essere la capacità non il kilowattora"

Bortoni (AEEGSI): lavoriamo sul modello italiano di capacity market

 

 

(Rinnovabili.it) – Lavorare sul capacity market come catalizzatore di sviluppo per il mercato energetico. E’ questo uno dei temi portati alla luce dal presidente dell’AEEGSI, Guido Bortoni, in occasione  del Convegno di presentazione del Medium-term market report 2015 della IEA. L’appuntamento, svoltosi ieri presso l’auditorium del GSE, ha tracciato un quadro dello sviluppo delle fonti rinnovabili da oggi al 2020, valutando quali possano essere le politiche economico-industriali più adeguate (a livello mondiale e a quello nazionale) per coniugare crescita e sostenibilità.

 

E, puntando la lente d’ingrandimento sull’Italia, il presidente dell’Authority si è detto convinto che si debba superare il modello attuale degli incentivi alle green energy. Incentivi, afferma, che “non si possono più basare sull’energia prodotta”, quanto piuttosto “sui servizi forniti al sistema, evitando che ci siano premialità gratuite e che la remunerazione venga riconosciuta tenendo conto tanto della capacità garantita, che dell’energia”. Per Bortoni “il settore delle rinnovabili ha raggiunto ormai una maturità tale da potersi prendere carico anche degli oneri che il sistema comporta” e se l’obiettivo del comparto elettrico deve essere quello di puntare a costi variabili medi prossimi allo zero, il driver di crescita “deve essere la capacità non il kilowattora”.

 

Nonostante il quadro normativo inerente ai mercati della capacità non sia ancora completo (deve ancora essere approvato a livello europeo) l’AEEG sta lavorando da tempo per identificare un modello italiano di capacity market che garantisca la sicurezza del sistema. Per farlo, rivela il presidente dell’AEEGSI si punta su due caratteristiche: che sia “tecnologicamente neutro” ed e che si basi “sul lungo termine”.

Ed è solo di qualche giorno fa la notizia dell’invio da parte della Commissione europea al Ministero dello Sviluppo economico di una serie di richieste di chiarimento in risposta alla pre-notifica del modello italiano di capacity market. I rumors riportati, ma ancora non confermati, vogliono che l’esecutivo europeo abbia chiesto al MISE di spiegare s la decisione di fissare un livello minimo alla remunerazione della capacità.