Due europarlamentari e un senatore scrivono alla Commissione Europea: la riforma della bolletta elettrica distrugge rinnovabili ed efficienza energetica
(Rinnovabili.it) – Una misura perfetta per «punire chi risparmia energia o ne consuma poca. Punire anche chi la produce da fonti rinnovabili e non la preleva dalla rete». Il giudizio del M5S sulla riforma della bolletta elettrica operata dall’AEEGSI è durissimo. Lo hanno affidato ad una lettera indirizzata alla Commissione Europea gli europarlamentari Dario Tamburrano e David Borrelli, insieme al senatore Gianni Girotto. Nella missiva chiedono che Bruxelles «tenga sotto costante osservazione il processo dal quale scaturirà l’architettura della nuova bolletta italiana», scrivono in una nota.
Sembrano decisi a mettere i bastoni tra le ruote di una riforma delle tariffe elettriche che dovrebbe entrare in vigore il 1 gennaio 2016, per arrivare a regime nel 2018. Dicono di voler «disinnescare l’ennesimo pasticcio italiano che mira a penalizzare le energie pulite e che potrebbe portare all’apertura di una procedura di infrazione».
L’Autorità, da quando ha emesso il relativo documento di consultazione a febbraio, vede levarsi per la prima volta una protesta diffusa e crescente per un provvedimento giudicato iniquo, a tutto vantaggio di chi consuma grandi quantità di energia.
Alla base delle scelte c’è la preoccupazione di stabilizzare il gettito fiscale delle bollette per finanziare i costi di gestione della rete. Anche a costo di limitare i risparmi di chi preleva una bassa quantità di energia, magari perché ha ridotto i consumi durante la crisi o perché ha speso denaro per darsi all’autoconsumo. Tutte pratiche sostenibili che non verrebbero più incentivate nel nostro Paese, se la riforma entrasse in vigore.
Se l’Autorità riuscirà, insieme al governo, a trasformare in una quota fissa ed indipendente dal consumo la quasi totalità dei “servizi di rete” e la metà degli “oneri di sistema”, potrebbe «neutralizzare retroattivamente i risparmi derivanti dall’efficienza energetica di chi ha diminuito i prelievi dalla rete».
Secondo le associazioni dei consumatori, delle rinnovabili e gli ambientalisti che due giorni fa hanno avuto un incontro con il presidente dell’AEEGSI, Paolo Bortoni, ci sarebbe da aspettarsi un rincaro della bolletta pari al 10-30% per le utenze domestiche che consumano meno di 3.500 kilowattora all’anno. In pratica, l’81.5% delle famiglie italiane.
Ma non è tutto. I 5 stelle calcano la mano sul fatto che «attualmente, gli impianti domestici per l’autoconsumo di energia prodotta da fonte rinnovabile sono economicamente vantaggiosi soltanto perché esentati dal pagamento di una parte degli oneri di rete e di sistema».
Un’esenzione che salterebbe con la riforma. L’altro grosso problema è che «non sarebbe più premiante dal punto di vista economico la riduzione dei consumi ottenuta da coloro che hanno investito in elettrodomestici e dispositivi più efficienti», fatto che metterebbe a rischio gli obiettivi dell’Italia sull’efficienza energetica.