La tecnologia blockhain contagia il mercato dell’energia digitale
(Rinnovabili.it) – Blockchain. Quanti hanno familiarità con questa parola potrebbero essere portati ad associarla spontaneamente con i bitcoin. Questa tecnologia è, difatti, nata essenzialmente per poter effettuare transazioni con la moneta digitale. transizioni che fossero sicure e senza intermediazioni bancarie. In pochissimo tempo, tuttavia, la “catena di blocchi” ha contagiato i settori più disparati, dall’internet delle cose alla distribuzione musicale.
A sperimentarne il potenziale è in questi giorni anche il trading dell’energia, con una prima volta unica in Europa. La scorsa settimana la tedesca E.ON e l’italiana Enel hanno effettuato la prima transizione energetica via blockchain: una pietra miliare non solo per le due società ma per tutto il mercato comunitario dell’elettricità.
Come funziona la blockchain nel trading dell’energia?
In generale, la tecnologia consente l’elaborazione e la registrazione di transazioni economiche, sicure e dirette, senza la necessità di una terza parte che funga da intermediario centrale, come una banca o un’autorità pubblica. I blocchi di questa catena sono rappresentati da nodi di una rete in grado di gestire in modo condiviso le informazioni e i record. Nel mondo energetico questi nodi non sono altro che impianti di produzione, sistemi di accumulo e microgrid che interagiscono direttamente tra loro in pochi secondi, tagliando fuori l’intermediario.
Questo approccio decentralizzato permette essenzialmente di abbassare i costi delle transazioni. Sul fronte energetico permettere di facilitare un gran numero di applicazioni, in particolare le offerte di tipo “peer-to-peer” (P2P) su piccola scala.
L’associazione europea del settore energetico EURELECTRIC è stata una delle prime a intravederne le potenzialità definendo addirittura il blockchain come la tecnologia in grado di “rivoluzionare l’industria energetica”. “Le principali applicazioni possibili in tutta la catena di approvvigionamento elettrico includono l’ottimizzazione dei processi, tra cui le reti e le piattaforme di trading” spiegava solo poco tempo fa l’associazione. L’attenzione sul tema è cresciuta così tanto che l’Agenzia tedesca per l’energia ha intervistato l’industria nazionale per capire che aria tirasse. Il risultato è che metà dei dirigenti ha dichiarato di aver già sperimentato il blockchain o di essere prossima a farlo.
Il progetto Enerchain di E.ON
E.ON ha testato per la prima volta la decentralizzazione del commercio all’ingrosso di energia nel 2016 presso il suo Future Lab, a Monaco di Baviera. La sua base della sua piattaforma è una rete P2P sviluppata da IT Ponton. A partire da questo prototipo, nel maggio 2017 la società tedesca ha lanciato con altre 33 aziende energetiche, il progetto “Enerchain”. L’obiettivo del progetto – a cui hanno aderito nomi del calibro di Total, Vattenfall, Iberdrola – è quello di creare un mercato europeo decentrato per il trading di energia. Nella piattaforma, prosumers, distributori energetici e aggregatori possono scambiare energia prodotta localmente. I Partner del progetto stanno cercando di valutare se una soluzione decentrata possa supportare i volumi di trading e la velocità transazionale dei mercati esistenti.
Come spiega Matthew Timms, Chief Digital Officer di E. ON “Enerchain costituisce un buon esempio di collaborazione aperta che attraversa l’intera industria. Tutti noi confidiamo nell’enorme potenziale che la tecnologia blockchain possiede nei confronti del nuovo mercato dell’energia, e soprattutto per i nostri clienti”.