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I blackout del Sudafrica risolti con le rinnovabili?

I blackout del Sudafrica risolti con le rinnovabili

 

(Rinnovabili.it) – Il Sudafrica prevede di triplicare la produzione di elettricità da fonti rinnovabili nel tentativo di sopperire alla carenza di energia che ha causato diversi blackout in tutto il Paese nelle ultime settimane.

Fonti ufficiali del governo di Pretoria annunciano investimenti in biomasse, eolico, solare e idroelettrico. Il piano governativo prevede che le rinnovabili contribuiscano con 11.4 GW alla generazione elettrica nazionale. Restano ancora dubbi, tuttavia, sui tempi: l’esecutivo parla di «prossimi investimenti» e di «futuro», ma dei dettagli non c’è ancora notizia. Al momento il Sudafrica ottiene oltre 3,7 GW dalle energie pulite grazie a un programma in cinque fasi che vale 12 miliardi dollari. A questa capacità si aggiungeranno altri 3,2 GW quando il programma sarà completato.

 

Ma servono al più presto nuovi investimenti, dato che la più grande economia del Continente nero si trova a far fronte ai continui blackout. La Eskom Holdings Ltd. SOC, che fornisce oltre il 95 per cento dell’energia elettrica al Paese, fatica a soddisfare la domanda a causa dell’obsolescenza delle centrali a carbone. Il Sudafrica si trova davanti a un bivio importante: organizzare la transizione verso un sistema low carbon. Il piano del governo per affrontare l’emergenza include, comunque, aiuti economici per Eskom, in modo da permetterle di acquistare il gasolio di cui ha bisogno per far funzionare i generatori di emergenza. Inoltre, verrà incentivata l’importazione di gas e l’acquisto di una maggiore quota di elettricità da produttori indipendenti nei settori dello zucchero, della carta e della pasta di legno.

 

L’industria dello zucchero ha proposto a luglio di investire quasi 2 miliardi di dollari in 15 progetti di generazione con canna da zucchero, che potrebbero creare fino a 712 megawatt di potenza e contribuirebbero ad affrontare la carenza di elettricità. L’ultima parola, però, spetta al governo, spiega la Sugar Association. L’esecutivo dovrà decidere se accettare accordi per progetti che, secondo l’associazione, sono in grado non solo di coprire i costi del carburante e di funzionamento, ma anche di fornire rendimenti adeguati.

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