Nei primi mesi del 2020, il termovalorizzatore di Sesto San Giovanni verrà spento. L’obiettivo del gruppo CAP è quello di dargli una seconda vita trasformandolo radicalmente secondo i principi dell'economia circolare e delle zero emissioni di CO2
Presentata ad Ecomondo 2019, la Biopiattaforma di Sesto San Giovanni ripensa i termovalorizzatori in ottica carbon neutral
(Rinnovabili.it) – In occasione di Economondo 2019, il gruppo CAP (gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano) ha presentato la Biopiattaforma di Sesto San Giovanni, un progetto di riconversione dei fanghi di depurazione in energia.
Quello della Biopiattaforma è il primo progetto italiano che, unendo i principi della termovalorizzazione e della depurazione, trasforma non solo i fanghi di depurazione in energia pulita e in fertilizzanti, ma anche la FORSU (la frazione organica del rifiuto solido urbano) in biometano. Tutto questo, all’interno di un processo completamente carbon neutral, vale a dire a zero emissioni di CO2. Attualmente in fase di realizzazione, il progetto è stato pensato e sviluppato attraverso un processo partecipativo che ha visto coinvolti i cittadini dell’area metropolitana e le istituzioni locali. Il processo, però, non si limita all’implementazione della Biopiattaforma, ma vede nella sua realizzazione lo spunto pratico per ragionare, coinvolgendo anche le istituzioni nazionali e gli attori economici, sul ruolo dei termovalorizzatori in un’ottica integrata di transizione energetica.
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Rispetto alla termovalorizzazione classica, infatti, l’idea del gruppo CAP è quella di ripensarla alla luce della riconversione industriale: nei primi mesi del 2020, il termovalorizzatore di Sesto San Giovanni verrà spento e l’obiettivo della Biopiattaforma è quello di dargli una seconda vita trasformandolo radicalmente, secondo i principi dell’innovazione sociale e dell’economia circolare.
Proprio rispetto all’innovazione sociale, il gruppo CAP non si è limitato a mettere in campo tecnologie e soluzioni tecniche innovative, ma ha deciso di ragionare insieme al territorio sulla governance delle water utilities, vale a dire sulla gestione del servizio idrico. A questo proposito, nell’ambito del percorso partecipativo, ai cittadini (e per loro esplicita richiesta) sono stati dati degli strumenti di monitoraggio e controllo “dal basso” delle attività dell’impianto, attraverso la costituzione di organismi consultivi – a cui partecipano le diverse anime del territorio – che prendono il nome di Residential Advisory Board.
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Sempre nell’ottica di un ripensamento della governance dell’acqua, ad Ecomondo 2019 verrà presentato anche il progetto PerFORM WATER 2030, una piattaforma che coinvolge aziende, atenei e un centro di ricerca per affrontare studi e sperimentazioni avanzate rispetto a temi quali i microinquinanti, l’idroponica e la depurazione delle acque.
Nell’ambito di Ecomondo, saranno 19 gli appuntamenti che dal 5 all’8 novembre vedranno protagonista il gruppo CAP. Secondo le parole di Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato del gruppo, l’approccio di CAP è un esempio “sistemico e virtuoso di come possano essere gestite le smart city, città sempre più tecnologiche e attente al benessere e ai servizi dei cittadini”.