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Verso aggiornamento norme per la certificazione ambientale delle stufe ad accumulo

Pichetto: "Si procederà, nell'ambito del piano nazionale sulla qualità dell'aria a un aggiornamento del decreto sulla certificazione degli impianti, al fine di tenere conto delle peculiarità tecniche di tali stufe ad accumulo"

Verso aggiornamento norme per la certificazione ambientale delle stufe ad accumulo

Certificazione ambientale per le stufe a legna

In arrivo un riordino delle norme sulla certificazione ambientale dei generatori di calore a biomassa. Lo ha annunciato ieri il ministro dell’Ambiente e Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin rispondendo ad un’interrogazione in Senato. 

Al centro della questione le stufe a legna con accumulo, un prodotto relativamente di nicchia se si escludono i territori alpini, oggi disciplinato con norme differenti da quelle delle normali stufe a legna. Il riferimento è ovviamente al Regolamento sui requisiti, procedure e competenze per il rilascio di una certificazione dei generatori di calore alimentati a biomasse combustibili solide (Decreto 7 novembre 2017 n. 186).

Il provvedimento elenca le norme UNI EN associate a ciascuna categoria di generatore di calore per poter ottenere la certificazione ambientale. Atto che è obbligatorio – ricordiamo – dal 2019 per poter accedere agli incentivi del Conto Termico (Scopri come cambierà il Conto termico per le biomasse).

Riporta il regolamento:

  1. camini chiusi, inserti a legna: UNI EN 13229 – inserti e caminetti aperti alimentati a combustibile solido – requisiti e metodi di prova;
  2. caminetti aperti: UNI EN 13229 – inserti e caminetti aperti alimentati a combustibile solido – requisiti e metodi di prova;
  3. stufe a legna: UNI EN 13240 – stufe a combustibile solido – requisiti e metodi di prova;
  4. stufe ad accumulo (non artigianali): UNI EN 15250 – apparecchi a lento rilascio di calore alimentati a combustibili solidi – requisiti e metodi di prova;
  5. cucine a legna: UNI EN 12815 – termocucine a combustibile solido – requisiti e metodi di prova;
  6. caldaie fino a 500 kW: UNI EN 303-5 – caldaie per riscaldamento – parte 5: caldaie per combustibili solidi, con alimentazione manuale o automatica, con una potenza termica nominale fino a 500 kW – terminologia, requisiti, prove e marcatura;
  7. stufe, inserti e cucine a pellet – termostufe: UNI EN 14785 – apparecchi per il riscaldamento domestico alimentati con pellet di legno – requisiti e metodi di prova.

Cosa sono le stufo ad accumulo?

Presenza iconica nelle stube alpine, le stufe ad accumulo sono generatori termici domestici, alimentati a legna da ardere e in grado di mantenere il calore anche oltre le 20 ore dopo la fine della combustione. Merito dei materiali refrattari ad elevata capacità di accumulo termico con cui sono realizzati.

Che si tratti di apparecchi artigianali o di sistemi più moderni prefabbricati a livello industriale, queste stufe sfruttano tali materiali per incanalare i fumi caldi della combustione in un preciso percorso. In questo modo il calore si sprigiona nell’ambiente circostante in maniera graduale.

Come ha spiegato a Palazzo madama l’interrogante e senatore Luigi Spagnolli (Gruppo AUT) si tratta di impianti, “che bruciano rapidamente il combustibile, ma il calore viene assorbito dalla loro massa e rilasciato gradualmente nell’ambiente per le successive ventiquattro ore; sono quindi molto efficienti, più della gran parte delle normali stufe a legna”. La differente norma UNI EN per la certificazione ambientale stufe a legna tradizionali e stufe con accumulo genera tuttavia “una consistente differenza degli effetti delle diverse misurazioni effettuate […] una disparità metodologica che fa sì che gli impianti abbiano risultati diversi ai fini delle classi di qualità”.

L’aggiornamento del Decreto Certificazione Ambientale

Qualcosa potrebbe cambiare come annunciato dal Ministro dell’Ambiente. “Si segnala che, ad oggi, il decreto n. 186 del 2017 non prevede la certificazione per la tipologia delle stufe ad accumulo artigianali, poiché esse si configurano come pezzi unici realizzati in base alle caratteristiche dell’edificio in cui sono stati progettati, e pertanto non possono essere testate da un punto di vista energetico ed emissivo”, ha precisato Pichetto.

“Atteso, però, che la ratio del decreto non è di escludere alcuna tipologia di generatore dalla possibilità di certificazione e, quindi, di successiva incentivazione, e considerata altresì l’elevata qualità di tali prodotti, in particolar modo di quelli artigianali, si procederà, nell’ambito del piano nazionale sulla qualità dell’aria a un aggiornamento del decreto sulla certificazione degli impianti, al fine di tenere conto delle peculiarità tecniche di tali stufe ad accumulo. Per quanto riguarda il piano sulla qualità dell’aria, si sta definendo in questo momento il confronto con le Regioni e con tutti gli organi tecnici competenti e su questo procederemo”.

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.