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SEN: FIPER audita al Mise

(Rinnovabili.it) – Buona l’impostazione generale, ma ancora qualche perplessità da chiarire. Il giudizio della Federazione Italiana Produttori di Energia da fonti Rinnovabili (FIPER) sulla nuova Strategia Energetica Nazionale è sostanzialmente positivo: chiamata a partecipare all’audizione presso il Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso 31 ottobre, l’associazione ha espresso un generale apprezzamento per il documento governativo, condividendo soprattutto la necessità di superare gli obiettivi europei del 20-20-20, ma rimane perplessa sull’allocazione delle risorse, ritenute dal Presidente, Walter Righini, insufficienti «se comparate con le medesime destinate al settore elettrico (900 milioni/annui per conto termico a fronte di 12,5 miliardi Euro/annui per Fer elettriche)».

 

Oltre a prestare attenzione a un più equilibrato bilanciamento tra le diverse fonti rinnovabili, per FIPER sarebbe opportuno istituire un tavolo tecnico permanente tra MSE, MATTM, MIPAAF e operatori del settore per monitorare la Strategia ed esaminare l’attuazione delle misure. In sede di consultazione, FIPER ha ribadito che è necessario chiarire una volta per tutte se il teleriscaldamento sia da ritenersi “attività economica privata con interesse pubblico” oppure “servizio pubblico locale”, che il potenziale di sviluppo del teleriscaldamento a biomassa è sottovalutato, che l’offerta di biomassa legnosa italiana proveniente dai boschi va strutturata e che le fonti di approvvigionamento della biomassa e l’impiego dei sottoprodotti devono essere diversificati. Due le proposte avanzate da FIPER sulle misure di supporto: la prima, relativa ai Titoli di Efficienza Energetica, in cui si suggerisce “il riconoscimento di un coefficiente moltiplicativo (k) che premi l’impiego di biomassa acquisita in filiera corta dalla manutenzione forestale, seguendo il sistema di tracciabilità già applicato per l’ottenimento del k=1,8 sui Certificati Verdi per l’energia elettrica da fonti rinnovabili in filiera corta”; la seconda invece riguarda il coinvolgimento diretto delle Regioni nella gestione del Fondo di garanzia reti di teleriscaldamento, con una allocazione delle risorse regionali “funzionale agli obiettivi definiti nei diversi burden sharing regionali”.

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