Non 7,5 miliardi di tonnellate di CO2 evitata ogni anno, ma soltanto 200 milioni. La stima al ribasso arriva dal PIK di Potsdam ed è ottenuta aggiungendo un vincolo: il ricorso alle bioenergie non deve sforare i limiti del Pianeta
![Biomassa di scarto: BECCS, il potenziale globale vale il 3% delle emissioni mondiali](https://www.rinnovabili.it/wp-content/uploads/2024/01/biomassa-di-scarto.jpg)
Il vero potenziale BECCS a livello mondiale per la rimozione di CO2 è 40 volte più basso di quello suggerito nelle valutazioni più ottimistiche. Non 7,5 miliardi di tonnellate di anidride carbonica l’anno, ma un ben più striminzito 200 milioni. “Vero” non perché i vecchi calcoli siano sbagliati, bensì perché tiene conto di un fattore cruciale (ignorato dagli studi precedenti): i limiti biofisici del Pianeta.
È la stima a cui arriva uno studio, pubblicato su Communications Earth & Environment, sul potenziale BECCS (bioenergia con cattura e stoccaggio del carbonio) del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK), l’istituto che pubblica la nota valutazione sui livelli di “perturbazione antropica”, cioè se e quanto le attività umane sono sostenibili entro i limiti del Pianeta in 9 dimensioni.
Calcolare il potenziale delle BECCS
Attualmente, secondo i calcoli del PIK, sei delle nove soglie planetarie sono già superate. Molte di esse sono direttamente legate all’uso del suolo e vanno quindi a incidere sul calcolo del potenziale di BECCS.
Gli scienziati dell’istituto tedesco ipotizzano di rispettare tutti i limiti del Pianeta e usano un modello, il LPJmL, che simula i cicli di acqua, carbonio e azoto, per valutare quanto l’espansione del ricorso a BECCS su terreni non agricoli sarebbe impattante. Dal calcolo derivano quanto ciascun limite del Pianeta riduca il potenziale di BECCS a livello mondiale.
“La nostra simulazione al computer è una delle applicazioni più sofisticate del modello di biosfera sviluppato dal PIK fino ad oggi”, spiega Wolfgang Lucht, responsabile del dipartimento di ricerca Earth System Analysis e coautore dello studio. “Nella nostra risposta alla crisi climatica, non dobbiamo solo guardare al bilancio di CO2 delle politiche pubbliche, ma anche tenere d’occhio altri limiti planetari. In definitiva, la resilienza del sistema Terra dipende da una moltitudine di processi interrelati”.
Nel dettaglio, i 4 limiti del Pianeta rilevanti per BECCS riducono il suo potenziale di:
- Integrità della biosfera: -93% del potenziale,
- Deforestazione: -61%,
- Disponibilità di acqua dolce: -59%,
- Flussi di azoto da fertilizzanti: -21%.
Se tutti i limiti planetari fossero rispettati, il potenziale di rimozione della CO2 nel 2050 sarebbe inferiore a 200 milioni di tonnellate. Un valore che è significativamente più basso di quanto previsto nelle strategie di mitigazione per contenere il riscaldamento globale. Molti di questi piani danno alla bioenergia con recupero di CO2 un ruolo importante, che però si rivela non sostenibile. L’apporto di una strategia BECCS nelle politiche di mitigazione, dunque, può essere solo complementare alla riduzione all’origine delle emissioni di gas serra.
Meno BBQ, più BECCS
C’è però un modo per aumentare la quota di BECCS realmente sostenibili, ma implica un profondo cambiamento nelle nostre abitudini alimentari: ridurre il consumo di carne, così da “liberare” terreni oggi usati per la produzione di mangimi animali.
“Produrre e consumare meno prodotti di origine animale non solo aiuta il clima riducendo le emissioni provenienti dall’agricoltura, ma facilita anche la lotta per le scarse risorse, proteggendo così il sistema Terra nel suo complesso”, spiega Johanna Braun, ricercatrice del PIK e prima autrice dello studio.