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Il pellet di MyFire® arriva in Sardegna

pellet di MyFire ®

MyFire

 

Il pellet da riscaldamento sbarca in Sardegna e punta a fare grandi numeri. La scommessa è di MyFire, azienda con sede principale a Gaeta e presenza massiccia anche nei porti di Savona e Ravenna, da dove movimenta questa biomassa destinata a scaldare le case e i luoghi di lavoro di migliaia di italiani. Da questa estate – grazie all’acquisizione dei marchi Global Renewables, Febo, Jumpel, Global Renewables Canadian Premium e Global Renewables Canadian Power – l’azienda ha puntato anche alla Sardegna, dove il pellet sarà commercializzato attraverso una rete di rivenditori sparsi in tutta la regione.

 

Come per il pellet a marchio MyFire – presente in tutta Italia e certificato a livello internazionale EnPlus A1 – anche quello in arrivo in Sardegna proviene da aziende situate in nord America. Tale certificazione punta a premiare non solo l’ecosostenibilità del prodotto ma anche tutta la filiera che si trova alle sue spalle, che va dalla movimentazione, fino allo stivaggio nei depositi fino al trasporto in tutto il Paese.
Questa operazione consentirà a MyFire® di crescere la sua forza e la propria competitività in tutto il territorio italiano.

 

L’importanza del pellet certificato emerge in uno studio effettuato dal Politecnico di Milano, che spiega che “riduzioni delle emissioni sono possibili con il passaggio da camini e stufe a legna ai generatori a pellet. Una ulteriore riduzione si può avere utilizzando pellet di alta qualità”, come peraltro avviene in Austria, Svizzera e Germania dove il prodotto è commercializzato solo con questo marchio di qualità certificata.
I wood pellet sono l’avanguardia del riscaldamento domestico e industriale per ecologia, risparmio e qualità. A parità di volume, il potere calorifico del pellet è circa il doppio di quello del legno nei confronti del quale rappresenta un forte miglioramento di tipo ecologico. Un altro vantaggio è che il consumo d’energia necessario alla produzione e alla distribuzione del pellet partendo da resti secchi del legno è di circa il 2,7% dell’energia finale, molto minore di quello richiesto dal metano o dal gasolio (circa 10% e 12% rispettivamente).

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