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AIEL: Legna da ardere? Va considerata bene di prima necessità

L'associazione italiana delle energie agroforestali scrive a Governo e Regioni affinché venga tutelata anche in questo periodo di emergenza, la vendita al dettaglio della biomassa usata nel riscaldamento domestico.

Legna da ardere
Foto di Capri23auto da Pixabay

Attualmente oltre il 25% delle famiglie italiane utilizza le biomasse per riscaldare la propria abitazione

(Rinnovabili.it) – Pellet e legna da ardere andrebbero considerati beni di prima necessità. Soprattutto ora che l’inverno è alle porte e che le nuove misure per arginare l’epidemia potrebbero limitare la filiera. Per ricordarne l’importanza, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali (AIEL) ha inviato nei giorni scorsi una lettera al premier Conte, ai Ministeri dell’Agricoltura e dello Sviluppo economico, alle Regioni, all’ANCI e all’UNCEM. Oggetto della missiva: il ruolo che la biomassa legnosa svolge all’interno delle case italiane. Secondo i dati Istat, più del 25% delle famiglie impiega pellet, cippato, legna da ardere o biocombustibili per riscaldarsi. Spesso in modo prevalente o esclusivo. Per questo motivo – sottolinea l’associazione – è importante che possano continuare a rifornirsi, anche in caso di limitazioni all’esercizio delle attività commerciali.

“Alla luce dell’evoluzione epidemiologica che porterà all’emanazione di nuove e ulteriori misure per fronteggiare l’emergenza da Covid-19 – si legge nella lettera a firma del Presidente di AIEL Domenico Brugnoni – richiamiamo l’attenzione sulla necessità di considerare i combustibili legnosi destinati al riscaldamento (pellet, legna da ardere, bricchette e cippato) come beni di prima necessità, la cui rivendita al dettaglio, commercio all’ingrosso e produzione non sia soggetta a limitazioni”.

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Il consumo nazionale di combustibili legnosi oscilla stabilmente fra 15 e 20 milioni di tonnellate e interessa trasversalmente tutte le regioni italiane, non solo quelle dell’arco alpino o della dorsale appenninica. Il canale di vendita e acquisto al dettaglio rappresenta una prova ulteriore dell’urgenza e della “necessità” di acquistare il combustibile legnoso per riscaldarsi. Infatti, solo coloro che non hanno disponibilità economiche sufficienti ad acquistarlo in anticipo, per far fronte ai consumi dell’intera annata termica, rivolgono la propria referenza all’acquisto di legna e pellet nei supermercati. Usualmente, si tratta delle famiglie meno abbienti.

“Il nostro auspicio – continua la lettera di AIEL – è quindi che, qualora si rendessero necessarie ulteriori misure di limitazione alle attività commerciali e produttive, l’articolato normativo includa i combustibili legnosi fra i beni di prima necessità, la cui rivendita al dettaglio, commercio all’ingrosso e produzione non subiscano limitazioni, in termini temporali (es. fine settimana) e all’interno degli esercizi commerciali comunque aperti (es. supermercati)”.

La richiesta di AIEL è stata subito accolta positivamente dalle strutture regionali preposte di Lombardia e Piemonte insieme alla Provincia Autonoma di Trento, oltre ad aver ricevuto l’appoggio di UNCEM,- l’Unione nazionale dei Comuni, delle Comunità e degli Enti montani. “L’azione di AIEL è importantissima – afferma Marco Bussone, Presidente UNCEM – I Comuni e gli Enti montani condividono questa richiesta al Governo, al Parlamento. Occorre ridefinire le norme per evitare limitazioni a danno dei cittadini. E in prospettiva agire sulla fiscalità differenziata per questi beni primari, green. AIEL dimostra ancora una volta la sua lungimiranza per i territori e le comunità”.