Pubblicato sulla rivista Wood Science and Technology lo studio del Consiglio Nazionale delle Ricerche è incentrato sulla tracciabilità della biomassa per migliorarne la qualità
«Attualmente la produzione di energia basata sulle biomasse – ha detto Fellin – considera la materia prima prevalentemente in termini di contenuto energetico, ovvero di potere calorifico, di efficienza, di disponibilità, di movimentazione e di costo, mentre vengono esaminati in maniera solo sommaria gli aspetti legati all’origine e alla presenza di sostanze terze, ovvero di inquinanti solidi e composti volatili».
Aspetti che, invece, nella produzione di energia tramite combustione sono particolarmente critici. Lo studio, condotto in collaborazione con l’Università di Trento, l’Istituto dei materiali per l’elettronica e il magnetismo del CNR, la Fondazione Bruno Kessler, il Distretto tecnologico trentino (Habitech) e l’Università di Poznan, è stato pubblicato sulla rivista Wood Science and Technology e mette in luce l’innovativo metodo utilizzato, la spettroscopia a infrarossi, grazie alla quale è stato possibile classificare il legno in modo rapido e non distruttivo, senza ricorre alla costosa chimica tradizionale.