(Rinnovabili.it) – I servizi ambientali costano troppo alle amministrazioni e per questo FIPER, Federazione Italiana Produttori Energia da Fonti Rinnovabili, ha scritto al Ministero delle Finanze per chiederne la riduzione.
Suggerendo l’emanazione del decreto attuativo sui sottoprodotti da impiegare a fini energetici FIPER vuole ricordare al Ministero quali importanti risorse siano i residui da potatura, gli scarti alimentari provenienti dal settore ristorazione e dell’industria agroalimentare come anche gli scarti di lavorazione del legno preziosi anche per il valore economico intrinseco.
Solo prendendo in considerazione i residui derivanti dalla gestione del verde pubblico si hanno a disposizione circa 3-4 milioni di tonnellate/anno di scarti con un costo di smaltimento di circa 180-240 milioni di euro che va confrontato con le stime di un possibile ricavo, in caso di utilizzo energetico, di 80-120 milioni. Complessivamente il beneficio che le amministrazioni potrebbero trarre da un corretto trattamento dei residui a fini energetici si aggira, secondo i calcoli di FIPER, intorno ai 240-360 milioni di euro/anno, nei quali non è stata inclusa la biomassa proveniente dalla gestione del territorio tra cui la pulizia delle spiagge dopo una mareggiata o delle cunette che costeggiano le strade.
“Il confronto con i tecnici della spending review ci ha permesso di evidenziare con esempi concreti l’opportunità che l’impiego dei sottoprodotti a fini energetici rappresenta per un’amministrazione pubblica e sottolineare i danni economici che la mancata emanazione del decreto sta arrecando ai Comuni. Sintomatico l’appello ricevuto dal sindaco del comune marchigiano di Porto San Elpidio, che a seguito di mareggiate dispone di ingenti quantità di legname che è costretto a smaltire anzichè vendere agli operatori della filiera biomassa-energia” ha dichiarato il presidente di FIPER Walter Righini concludendo “Oltretutto l’impiego di questo materiale permetterebbe alle amministrazioni pubbliche di mettere in sicurezza il territorio a costo zero, così come auspicato dal presidente Renzi nel suo messaggio di apertura al Senato”.