(Rinnovabili.it) – Continua il lungo percorso del Decreto sui sottoprodotti da impiegare a fini energetici che slitta nuovamente facendo sembrare la questione non prioritaria per il ministro dell’Ambiente.
Da luglio scorso, quando la FIPER, Federazione Italiana per le Energie Rinnovabili, ha inviato ad Orlando la lettera indicando la priorità e l’urgenza dell’emanazione del decreto, l’incontro è stato di volta in volta rimandato e l’ultima delle sessioni è stata fissata per domani quando dovrebbero incontrarsi la segreteria tecnica e la Direzione Generale Rifiuti e Emissioni.
Se emanato a breve il decreto permetterebbe, dicono da FIPER “nel rispetto dell’art. 184 bis del Testo Unico Ambientale, di tracciare le potature del verde urbano e privato, attualmente annoverate tra i rifiuti non pericolosi, in modo tale da impiegarle a fini energetici”. In questo modo, continua la Federazione, sarebbe possibile ridurre il volume dei rifiuti stimolando le economie locali, che avrebbero a disposizione biomassa per la produzione di energia green.
Per far capire il volume potenziale delle risorsa “Basti pensare che la sola provincia di Milano raccoglie annualmente 80.000 Ton/annue di potature di verde pubblico (rientrano in questa categoria anche le biomasse derivanti dalla manutenzione dei parchi) ed il Comune di Roma circa 25.000 Ton/annue”.
A livello nazionale la stima delle potature annue è calcolata intorno ai 3-4 milioni di tonnellate con un costo di smaltimento di circa 150-240 milioni di Euro, con un possibile ricavo in caso di utilizzo energetico di 60-100 milioni/annui. Il non poter utilizzare questi scarti per la produzione di energia ha portato all’aumento del prezzo della biomassa di un 15-20%. “Di fronte alla possibilità di innestare un’economia virtuosa – conclude Walter Righini – che riconosce e traccia la biomassa portando ossigeno alle casse dei Comuni diversificando la filiera di approvvigionamento della biomassa stessa, FIPER richiama l’attenzione del Ministro affinché non vi siano ulteriori ostacoli all’uscita del decreto”.