Dal Comitato Tecnico-Scientifico della Federazione arrivano le perplessità sul livello di incentivazione che la SEN assegna al biometano, basati sul metano importato e non sugli usi alternativi
Tomassetti ha infatti spiegato che il biometano può essere una trasformazione del biogas prodotto dal digestore e immesso in rete, e quindi sostituire la produzione di energia elettrica che è premiata con la tariffa omnicomprensiva, così come essere impiegato nel settore dei trasporti in alternativa all’importazione di biodiesel e bioetanolo, e di fatto riducendo le accise. Per Tomassetti oggi il biometano «è un prodotto di nicchia, che andrebbe a sostituire virtualmente altri prodotti di nicchia già oggetto di misure di sostegno; incentivare questo tipo di biocombustibile non rappresenta un costo aggiuntivo per il Paese, ma una riallocazione degli incentivi già in atto sugli usi alternativi, riducendo i costi in altri settori». L’occhio attento del Comitato Tecnico-Scientifico di FIPER raccomanda però di prestare attenzione al monitoraggio della realtà per non avere esiti simili a quanto successo al fotovoltaico e ricorda che l’incentivo dovrebbe essere finalizzato al decollo di questo mercato. «Quando la produzione raggiungerà una soglia tale da uscire dal mercato di nicchia (attualmente stimata in 2 Mtep circa) – ha concluso Tomassetti – allora la forma di incentivazione dovrebbe essere correlata al combustibile che si andrà a sostituire in quel dato momento».