L'Italia come la Danimarca dovrebbe vietare l'istallazione di caldaie inquinanti e promuovere la decarbonizzazione del settore abitativo e industriale puntando sulla valorizzazione della biomassa
Commenta Righini:” finalmente una voce fuori dal coro, per di più autorevole di un paese europeo del Nord d’Europa, attento e all’avanguardia nella promozione di stili di vita eco-sostenibili, che riconosce l’importanza dell’impiego delle biomasse legnose per la produzione di energia rinnovabile, nel rispetto dei limiti di emissione”. Aggiunge Righini:” ci auspichiamo che l’esempio danese possa favorire uno scambio costruttivo tra gli operatori e i cittadini degli Stati Membri sull’utilizzo virtuoso di questo biocombustibile, che se ben gestito, rappresenta il “petrolio verde” per l’Europa, dissipando dubbi e incertezze sulla qualità dell’aria, spesso alimentati da interessi contrapposti.”
Passare quindi dall’impiego di carbone alle biomasse, sostituire le vecchie caldaie inquinanti con nuovi dispositivi a basso impatto ambientale, istallare impianti eolici sono solo alcuni dei punti cardine sui quali si basa la nuova strategia danese, acclamata da Fiper. A dare un importante contributo alla riduzione degli inquinanti la decisione di imporre, dal I gennaio 2013, il divieto di istallazione di caldaie alimentate con combustibili fossili e lo stanziamento di circa 4,6 milioni di euro per la conversione delle caldaie inquinanti in dispositivi a basso impatto. Ad essere agevolata sarà anche la diffusione di sistemi di teleriscaldamento a biomasse mentre altri fondi serviranno ad aumentare la promozione della geotermia a bassa entalpia e le pompe di calore.
Ma gli interventi non interesseranno solo il comparto abitativo, ad essere sottoposti ad un restyling anche i processi industriali che grazie allo stanziamento di circa 67 milioni di euro dal 2014 al 2020 potranno provvedere ai necessari adeguamenti.