Da Slow Food la proposta di un tavolo di lavoro congiunto di studio per lo sviluppo sostenibile delle colture dedicate alla produzione energetica
“Purtroppo – sottolinea sempre Righini – la sindrome Nimby sembra aver contagiato un po’ tutti perché basta inserire le parole teleriscaldamento e biogas su internet che saltano fuori decine di comitati locali che sono contro queste centrali. Ma c’è un distinguo fondamentale da fare: di quali centrali bisogna aver timore? E sotto quale profilo?” L’evoluzione tecnologica ha fatto fare importanti salti qualitativi a questi impianti al punto, spiega l’associazione, da garantirne non solo la totale pulizia e bontà dell’energia prodotta ma anche da permettere di sviluppare nuovi concimi biologici ammendanti prodotti dalle ceneri di combustione delle biomasse e dai residui della digestione nel processo di produzione del biogas (ricerca condotta da Fiper insieme al Distretto Agroenergetico Lombardo e l’Università di Milano).
E la giornata è stata anche l’occasione per il Presidente Nazionale Slow Food Roberto Burdese di lanciare una proposta, subito raccolta dal Presidente Righini: dare il via a un tavolo di studio e di confronto sui temi della produzione energetica e la sostenibilità ambientale “A noi preme tutelare il territorio per consentire un suo sviluppo sostenibile in armonia con le esigenze di produzione di energia da fonti rinnovabili e in questo senso con Fiper può nascere un percorso condiviso”.