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Energia dai rifiuti, nel 2022 fino a 430 TWh l’anno

(Rinnovabili.it) – Oggi, quasi tre quarti dei rifiuti prodotti a livello mondiale finisce in discarica o in cave aperte. Con un numero sempre maggiore di paesi che si trovano a fare i conti con una drammatica crescita demografica, una rapida urbanizzazione, l’aumento dei livelli di benessere e risorse sempre più scarse , i sistemi in grado di trasformare la spazzatura in energia sono da considerare come un’opzione tecnologica irrinunciabile per supportare uno sviluppo low carbon. Secondo un recente rapporto della Pike Research attualmente sono in funzione  più di 800 impianti di termovalorizzazione in quasi 40 paesi in tutto il mondo, un numero destinato a crescere rapidamente nel prossimo decennio.

Entro il 2022, Pike Research prevede che verranno convertiti in calore ed elettricità di carico di base (il quantitativo minimo di energia che deve essere immesso nelle reti per garantire continuità al sistema) almeno 261 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani (RSU). Nello scenario più ottimista, questa cifra potrebbe raggiungere i 396 milioni di tonnellate l’anno, l’equivalente di 429 TWh di energia. “Dieci anni da oggi il rapido aumento della popolazione urbana genererà quasi 3 miliardi di tonnellate di RSU l’anno, che rappresentano circa 240 GW di energia potenziale non sfruttata”, spiega Lawrence Mackinnon, Senior Research Analyst. “L’escalation della produzione di rifiuti presenta ai responsabili politici una scelta difficile: o espandere la capacità esistente discarica (un’opzione poco attraente, ma a basso costo in molte zone) o investire in nuove strutture waste-to-energy (WTE)che possono ridurre il volume complessivo della spazzatura da gestire”.

Politiche di gestione dei rifiuti e il potenziale di crescita per il settore WTE, variano notevolmente da regione a regione. La Cina, che ha recentemente superato gli Stati Uniti come il primo produttore al mondo di RSU, sta progressivamente aumentando la sua capacità di termovalorizzazione. Entro il 2022, l’analisi di Pike Research mostra che nella regione Asia Pacifico gli impianti di recupero energetico rappresenteranno il 54% del totale dei sistemi waste-to-energy attivi nel mondo.

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