L’UE ha presentato la revisione della Direttiva RED II lo scorso luglio
(Rinnovabili.it) – Puntare sulla biomassa per centrare gli obiettivi sulle rinnovabili come pensa di fare l’UE con la direttiva RED II è controproducente. Non è in linea con i volumi di riduzione delle emissioni decisi a Bruxelles, -55% entro la fine di questo decennio ed emissioni nette zero al 2050. “Dobbiamo diminuire le nostre emissioni alla fonte e contemporaneamente aumentare i pozzi di assorbimento del carbonio nelle foreste. Mentre la combustione della biomassa forestale fa il contrario; nei prossimi decenni aumenterà le emissioni e diminuirà i pozzi di carbonio delle foreste”.
L’allarme arriva da 12 ong europee, attive negli stessi 10 paesi del Nord e dell’Est Europa, Svezia e Finlandia in testa, che stanno facendo pressing sulla Commissione perché cambi i criteri per considerare sostenibile la bioenergia. Allentandoli e favorendo lo sfruttamento delle risorse forestali.
Leggi anche Direttiva Energie Rinnovabili, l’UE punta ad un 40% entro il 2030
Secondo le associazioni, le attività di lobbying di questi paesi stanno volutamente ignorando gli studi scientifici “scomodi”. Quelli che consigliano prudenza sull’uso della biomassa forestale per ridurre le emissioni. “L’UE è fortemente dipendente dalla combustione della biomassa forestale per raggiungere i suoi cosiddetti obiettivi rinnovabili, ma i preziosi habitat forestali non sono rinnovabili”, sottolineano le ong.
Il modello “sostenibile” usato finora, accusano, consiste nel rimpiazzare le foreste con piantagioni di alberi. Un danno enorme per la biodiversità e un ecosistema che riesce ad assorbire meno CO2 delle foreste vere e proprie. In più, la direttiva RED II permette ai paesi membri di dare incentivi alle aziende che bruciano la biomassa forestale come fonte di energia rinnovabile, e non richiede loro di comprare permessi ETS anche se producono emissioni.
Leggi anche Ripristinare e proteggere le foreste europee, ora c’è la strategia
Invece di rilassare i criteri di sostenibilità, l’UE dovrebbe invertire la rotta e lasciar fuori la biomassa dalla Direttiva RED II. Non farlo, significa aumentare i tassi di deforestazione e tirarsi la zappa sui piedi. Ad esempio in termini di qualità dell’aria: già oggi, notano le ong, la combustione di legna è la prima fonte di particolato sottile, anche più dei trasporti su strada. E dirottare gli oltre 10 mld di euro l’anno di incentivi da queste aziende verso attività realmente rinnovabili.