Dieci paesi UE hanno chiesto a Bruxelles di rilassare i criteri per considerare sostenibile la biomassa forestale. Rispondono 12 ong attive in quegli Stati: ignorano gli studi scientifici scomodi (
L’UE ha presentato la revisione della Direttiva RED II lo scorso luglio
(Rinnovabili.it) – Puntare sulla biomassa per centrare gli obiettivi sulle rinnovabili come pensa di fare l’UE con la direttiva RED II è controproducente. Non è in linea con i volumi di riduzione delle emissioni decisi a Bruxelles, -55% entro la fine di questo decennio ed emissioni nette zero al 2050. “Dobbiamo diminuire le nostre emissioni alla fonte e contemporaneamente aumentare i pozzi di assorbimento del carbonio nelle foreste. Mentre la combustione della biomassa forestale fa il contrario; nei prossimi decenni aumenterà le emissioni e diminuirà i pozzi di carbonio delle foreste”.
L’allarme arriva da 12 ong europee, attive negli stessi 10 paesi del Nord e dell’Est Europa, Svezia e Finlandia in testa, che stanno facendo pressing sulla Commissione perché cambi i criteri per considerare sostenibile la bioenergia. Allentandoli e favorendo lo sfruttamento delle risorse forestali.
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Secondo le associazioni, le attività di lobbying di questi paesi stanno volutamente ignorando gli studi scientifici “scomodi”. Quelli che consigliano prudenza sull’uso della biomassa forestale per ridurre le emissioni. “L’UE è fortemente dipendente dalla combustione della biomassa forestale per raggiungere i suoi cosiddetti obiettivi rinnovabili, ma i preziosi habitat forestali non sono rinnovabili”, sottolineano le ong.
Il modello “sostenibile” usato finora, accusano, consiste nel rimpiazzare le foreste con piantagioni di alberi. Un danno enorme per la biodiversità e un ecosistema che riesce ad assorbire meno CO2 delle foreste vere e proprie. In più, la direttiva RED II permette ai paesi membri di dare incentivi alle aziende che bruciano la biomassa forestale come fonte di energia rinnovabile, e non richiede loro di comprare permessi ETS anche se producono emissioni.
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Invece di rilassare i criteri di sostenibilità, l’UE dovrebbe invertire la rotta e lasciar fuori la biomassa dalla Direttiva RED II. Non farlo, significa aumentare i tassi di deforestazione e tirarsi la zappa sui piedi. Ad esempio in termini di qualità dell’aria: già oggi, notano le ong, la combustione di legna è la prima fonte di particolato sottile, anche più dei trasporti su strada. E dirottare gli oltre 10 mld di euro l’anno di incentivi da queste aziende verso attività realmente rinnovabili.