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Dalle imprese di settore il Manifesto delle Bioenergie

Portate all’attenzione dei Ministeri competenti alcune proposte per uno sviluppo del settore armonico, virtuoso nell’impiego dei regimi di sostegno e sostenibile per il comparto

(Rinnovabili.it) – Il settore italiano delle biomasse solide, liquide e gassose fa sentire la propria voce. Le imprese operanti a diverso titolo nella produzione di beni e servizi nonché nella produzione di energia elettrica e termica da biomasse ha deciso di richiamare l’attenzione del governo ed in particolar modo dei Ministeri coinvolti nella redazione dei decreti attuativi del D. Lgs 3 marzo 2011 e del 31 marzo 2011, sull’importanza di alcune misure critiche contenute nelle disposizioni.

“Alla luce degli interventi che […] Vi apprestate a introdurre, – si legge nella nota stampa congiunta – le aziende firmatarie CHIEDONO ai Ministeri coinvolti un’attenta riflessione sulle misure specifiche in fase di introduzione affinché non venga, di fatto, reso inoperativo un settore che negli ultimi anni è cresciuto in maniera equilibrata, apportando impatti positivi sia sulla gestione della rete (per effetto della programmabilità dei suoi impianti) sia ad un virtuoso apporto anche alla produzione di calore”. “Da parte nostra, come i tempi richiedono a ciascun italiano, l’impegno a sottoporvi le seguenti proposte, animate da uno spirito di equità, efficienza e attenzione all’uso delle risorse”. Nel dettaglio le aziende firmatarie propongono che – in attuazione decreto legislativo 55/2011 – si consenta la prova di sostenibilità dei bioliquidi a posteriori, permettendo cioè ai produttori di energia di ricevere i certificati verdi secondo la consolidata prassi di attribuzione a fine mese da parte del GSE, rimandando la verifica della sostenibilità all’anno successivo, senza verifiche intermedie tri-/semestrali. I pareri riguardano altresì le strutture di sostegno al comparto, decreto legislativo 28/2011, per le quali suggeriscono che si tenga opportunamente conto della voce di costo dei combustibili – sia per gli impianti nuovi che per quelli esistenti – mediando opportunamente il periodo di durata di incentivazione con il valore specifico dell’incentivo, anche variabile in funzione delle oscillazioni dei prezzi.

“Le nostre aziende sono disponibili a discutere un eventuale accorciamento del periodo di incentivazione, da mediare con la necessità di avere un aggancio delle incentivazioni stesse all’evoluzione del costo dei combustibili, nonché all’inflazione”.