Preoccupata per l'attuazione del d.lgs 28/11, l'Organizzazione che tutela l'impresa agricola italiana scrive ai ministri del settore per rilanciare gli investimenti nelle agroenergie
(Rinnovabili.it) – Si concretizza l’attuazione del d.lgs. 28/11 sui regimi di sostegno per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e Confagricoltura non nasconde la preoccupazione. Ad allarmare la drastica riduzione degli incentivi destinati alle biomasse e al biogas e a tal proposito Mario Guidi, presidente di Confagricoltura, ha inviato una lettera ai ministri per lo Sviluppo economico, Passera, per le Politiche agricole, Catania e per l’Ambiente, Clini dichiarando “Non si deve bloccare lo sviluppo delle agroenergie. Ancora una volta rischiamo di cadere nell’errore di dedicare risorse per l’avvio di settori produttivi, peraltro strategici per il futuro del Paese, per la green economy e per il raggiungimento degli obiettivi ambientali indicati dall’Europa, per poi cancellarli con un colpo di spugna, producendo enormi danni alle imprese agricole, a quelle industriali e all’occupazione”.
L’organizzazione è fortemente preoccupata di un eccessivo “ridimensionamento del ruolo del settore agricolo” per il raggiungimento degli obiettivi 20/20/20 imposti dall’Unione Europea. Sottolineando l’importanza di una “diversificazione produttiva” e di buone prospettive di sviluppo delle agroenergie anche nel sud d’Italia, il presidente di Confagricoltura prosegue “I nuovi regimi di incentivazione dovranno tener conto di una serie di elementi indispensabili per lo sviluppo della filiera italiana del biogas e l’avvio della filiera del biometano, creando le condizioni affinché gli investimenti possano essere finanziati dal sistema bancario, e non penalizzando le colture dedicate per la produzione di energia”. La Riforma deve essere vista, ha infine commentato il presidente di Confagricoltura, come l’occasione per apportare i necessari miglioramenti all’attuale sistema di incentivazione favorendo l’efficienza dei processi produttivi e l’uso dei sottoprodotti e premiando maggiormente gli impianti di potenza inferiore ad 1 MW.