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Bosco-legna-energia, la nuova filiera corta della Toscana

(Rinnovabili.it) – Bosco, legno, energia. O, in altre parole, la nuova leva occupazionale ed energetica della Regione Toscana.  E’ nata con la firma di un preciso protocollo d’Intesa fra soggetti istituzionali e sociali la nuova filiera corta integrata del territorio toscano, circuito virtuoso nell’utilizzo di una delle risorse di cui la regione è più ricca, ossia il patrimonio forestale. Il protocollo darà il via ad una proattiva collaborazione tra l’amministrazione locale e i firmatari dell’intesa: Uncem Toscana, Anci, Upi, CGIL, CISL,UIL, CIA, Coldiretti, Confagricoltura, Legacoop, Confcooperative.

 

Nel dettaglio, l’attivazione della filiera,  a cui si aggiunge anche un marchio di qualità volto a contraddistinguerla, servirà a dar vita entro il 2015 ad una rete di piccoli impianti di cogenerazione (per una potenza complessiva intorno ai 70 MW), alimentati da biomassa legnosa da filiera corta. “Grazie alla firma del protocollo odierno – fa sapere la Regione –  oltre cinquanta comuni hanno già dato la propria disponibilità ad ospitare gli impianti che avranno una dimensione di circa 1 MW di potenza. Si stima un possibile incremento dell’occupazione di almeno 700-1000 addetti”.  L’iniziativa mira anche a costituire un valido strumento di prevenzione del rischio idrogeologico grazie alla coltivazione del bosco stesso e al mantenimento del presidio umano sul territorio.

 

“La firma di oggi – commenta il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi – è importante perché mette nero su bianco una collaborazione virtuosa fra istituzioni e categorie economiche e sociali con lo scopo di far decollare lo sviluppo delle filiera bosco legno energia e favorire la creazione di filiere corte locali. L’obiettivo, in coerenza con le scelte strategiche della Regione in tema di fonti rinnovabili e di Green Economy, è la creazione di una rete di piccoli impianti di cogenerazione e reti di teleriscaldamento, che diano impulso alla filiera stessa, creando nuove opportunità di occupazione, sopratutto per i giovani, ma anche attivando un’efficace prevenzione del rischio idrogeologico di cui c’è un gran bisogno.”

 

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