I Forsu sono la principale matrice di provenieneza del biometano
(Rinnovabili.it) – Ad oggi, in Italia, c’è solo un impianto di biometano che immette in rete quello che produce, ma nel 2018 il settore dovrebbe compiere un serio balzo in avanti. Una convinzione condivisa dal Governo che nel report sul sistema energetico nazionale, pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico, spiega: quest’anno “la produzione di biometano avrà un significativo sviluppo, anche per effetto del DM del 2 marzo 2018 […] in cui viene considerato a tutti gli effetti una fonte di energia rinnovabile per la cui produzione sono previsti sistemi di incentivazione a carico dei soggetti obbligati all’immissione in consumo di quote di biocarburanti”.
Il tanto atteso decreto ha fin da subito mostrato i suoi effetti. Secondo le statistiche di Snam, l’utility attiva nel trasporto, nello stoccaggio e rigassificazione del metano, il comparto del biometano sta crescendo rapidamente: a oggi sono stati realizzati allacci ai nuovi impianti produttivi per 37 milioni di metri cubi anno, e altri sono in fase di costruzione per oltre 230 milioni di metri cubi di gas. L’entrata in esercizio è prevista tra il 2018 ed il 2019.
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Uno dei dati più interessanti riguarda sicuramente le fonti.
Il biometano si ottiene in due fasi: si parte con la produzione del biogas grezzo – prevalentemente attraverso la digestione anaerobica di biomasse – eliminando successivamente le componenti non compatibili con l’immissione in rete (upgrading). Le risorse utilizzate possono essere deiezioni animali, colture agroenergetiche dedicate, sottoprodotti agricoli o FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano). In base ai dati pubblicata da Snam, risulta che la matrice di provenienza del biometano è prevalentemente da ciclo dei rifiuti, seguita in ordine da biomasse agricole, reflui zootecnici e scarti di produzione agroalimentare. Ancora piccolissimo, invece, l’apporto dei fanghi di depurazione.
E sono sempre i FORSU ad alimentare il primo impianto italiano in funzione. Parliamo della centrale realizzata nello stabilimento della Montello S.p.A. in provincia di Bergamo. La struttura recupera l’umido organico, prodotto da circa 6 milioni di abitanti e lo trasforma in biometano. Con una produzione oraria pari a 3750 Smc, l’impianto è stato pensato per recuperare la CO2 sottratta al biogas durante l’upgrading per destinarla a mercati secondari.