L’obiettivo dell’accordo Eni-Coldiretti è raggiungere una produzione di 8mld di m3 di biometano agricolo entro il 2030
(Rinnovabili.it) – Accordo a due per realizzare la prima rete di rifornimento italiana di biometano agricolo per l’autotrazione. L’intesa è stata firmata a Lodi, lo scorso venerdì 25 gennaio, dal Presidente di Coldiretti Ettore Prandini con Giuseppe Ricci, Direttore Generale di Eni Refining & Marketing alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Guido Guidesi.
L’obiettivo della neo alleanza è quello di sviluppare una filiera del biometano avanzato “dal campo alla pompa”, ossia che parta dal valorizzare gli scarti dell’agricoltura e degli allevamenti per finire nei serbatoi della mobilità sostenibile italiana, grazie alla creazione della prima rete di rifornimento per il gas “verde”. Nel concreto, verranno realizzati nuovi impianti produttivi di piccola taglia tra le aziende associate alla Coldiretti, mentre la società energetica si occuperà del trasporto e dell’immissione sia nella rete di vendita territoriale che in reti dedicate alle stesse imprese associate. L’Accordo prevede anche un’offerta Eni dedicata agli associati di Coldiretti per l’uso di carburanti alternativi a basse emissioni nei mezzi agricoli.
Il progetto, spiegano i due partner, permetterà di raggiungere una produzione di 8 miliardi di m3 di biometano agricolo entro il 2030. “Sfruttando gli scarti agricoli delle coltivazioni e degli allevamenti – spiega Prandini – i mini impianti per il biometano possono arrivare a coprire fino al 12 per cento del consumo di gas in Italia”.
La collaborazione verrà ampliata nel tempo attraverso la definizione di nuovi studi di fattibilità mirati in base alle varie tipologie di imprese associate, in particolare per la realizzazione di appositi impianti per il biometano.
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“È necessario – prosegue Prandini – passare da un sistema che produce rifiuti e inquinamento verso un nuovo modello economico circolare in cui si produce valorizzando anche gli scarti con un’evoluzione che rappresenta una parte significativa degli sforzi per modernizzare e trasformare l’economia italiana ed europea, orientandola verso una direzione più sostenibile in grado di combinare sviluppo economico, inclusione sociale e ambiente”.