Legno: il più antico biocombustibile del futuro
Le biomasse legnose sono un elemento da cui non si può prescindere se si vuole raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione e realizzare una politica energetica nazionale. L’evento “Legno: il più antico biocombustibile del futuro” promosso da AIEL – Associazione Italiana Energie Forestali ha stimolato un’attenta riflessione su un tema che interessa tutto il Paese e stimolato un confronto con i rappresentanti delle diverse forze politiche e istituzionali.
Le foreste italiane in cifre
L’Italia è un Paese a vocazione forestale con 11 milioni di ettari di boschi, ma solo il 15,3% rientra nei piani di gestione forestale.
Il 66,2% dei boschi è di proprietà privata, vissuta spesso come un peso di scarso valore e soprattutto di difficile gestione: un fattore, questo, che complica ulteriormente la situazione perché ci si trova davanti a estensioni di terreno a cui non viene fatta alcuna manutenzione.
Negli ultimi 50 anni la superficie forestale è raddoppiata, ma non per merito di politiche di rimboschimento, bensì a causa dello spopolamento delle aree montane. Questo comporta un impoverimento del tessuto sociale ed economico che si accompagna a fenomeni di dissesto idrogeologico.
Circa il 70% del prelievo boschivo è usato come legna da ardere e sembra incredibile che l’industria italiana del settore importi circa l’80% della materia prima. Un paradosso che sembra spiegare in parte il fatto che il settore del legno arredo italiano sia un campione europeo dell’economia circolare, oltre ad avere un valore importante per il nostro Pil.
Perché puntare sulle biomasse legnose
Nel corso dell’evento si è reso chiaro che le biomasse legnose possono avere un ruolo non solo nella decarbonizzazione ma anche nel contrasto al cambiamento climatico, nel mantenimento della biodiversità, nella tutela del territorio e quindi nella prevenzione degli incendi.
Gli attori della filiera hanno condiviso questi obiettivi nel gruppo di lavoro coordinato da AIEL nell’ambito del Tavolo di Filiera Foresta Legno del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (MASAF).
Tuttavia, l’Italia sembra aver progressivamente ridotto l’impegno a valorizzare economicamente il proprio patrimonio forestale, con inevitabili conseguenze negative per le filiere industriali ed energetiche e per il territorio.
Un bosco gestito, inoltre, costituisce un fattore di sviluppo delle economie locali nelle quali si inserisce a pieno titolo, come nel caso del Trentino Alto-Adige ricordato dal sen. Luigi Spagnolli, Segretario della Commissione Affari Esteri e Difesa del Senato (la laurea in Scienze forestali e un passato di direttore del Parco Nazionale dello Stelvio e poi sindaco di Bolzano gli hanno permesso di fare esperienza diretta).
Per Spagnolli è fondamentale che le bioenergie entrino nel dibattito pubblico proprio in virtù della loro sostenibilità: «Il legno è uno dei paradigmi della sostenibilità nel complesso rapporto di coesistenza uomo-natura. Ogni iniziativa volta ad approfondirne l’uso e a condividere conoscenze e innovazioni possibili è pertanto preziosissima».
La grande sfida: conciliare energia e ambiente
Dal Tavolo di Filiera è nato il position paper Gestione forestale e sostenibilità degli usi energetici delle biomasse forestali che Annalisa Paniz, direttrice generale di AIEL, ha presentato nel corso dell’incontro.
Come ha sottolineato Paniz nel suo intervento, «la sfida che abbiamo di fronte è quella di conciliare energia e ambiente, considerando benefici ambientali, sociali ed economici nel loro complesso. Per sostenere la filiera legno-energia vanno previsti investimenti nella gestione delle foreste diretti ad aumentare i livelli di approvvigionamento sostenibile di materie prime e il loro utilizzo a cascata. L’uso sostenibile dei biocombustibili legnosi, la cui produzione è strettamente connessa alla gestione del territorio, riduce il tasso di dipendenza dalle fonti fossili, garantendo l’autonomia energetica, stimolando l’iniziativa economica e l’occupazione».
Il valore economico della produzione complessiva della macro-filiera del legno è tutt’altro che trascurabile: circa 39 miliardi di euro, ovvero circa il 4,5% del fatturato manifatturiero nazionale, stando ai 2020 di Federlegno. La filiera legno-energia conta oltre 14mila imprese, di cui 6.500 imprese forestali, supera i 72mila addetti e produce un fatturato di più di 4 miliardi di euro.
Le bioenergie sono il futuro
Il sottosegretario al MASAF Patrizio La Pietra ritiene che «la filiera legno-energia sia di fondamentale importanza per il presente e soprattutto per il futuro economico e ambientale del nostro Paese. Stiamo lavorando per raggiungere nel minor tempo possibile una progressiva riduzione dell’utilizzo del gas grazie all’utilizzo dei vari dispositivi alimentati a biomassa e il legno è destinato a rivestire un ruolo sempre più strategico. Le bioenergie sono il futuro e sottovalutare l’importanza che il legno può e deve avere, in un processo di transizione ecologica, è un lusso che non possiamo e non dobbiamo permetterci».
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Serve un quadro normativo chiaro
Per valorizzare il patrimonio forestale gli operatori economici «devono avere un quadro normativo chiaro alleggerendo il carico di adempimenti burocratici. Va in questa direzione l’emendamento da me presentato e approvato nell’ambito del Dl Asset per la deroga all’autorizzazione paesaggistica per le operazioni boschive ordinarie.
Con questo provvedimento viene superato un vecchio scoglio della normativa che imponeva il doppio vincolo paesaggistico ai boschi e superfici forestali, rendendo necessario un iter burocratico che spesso richiedeva diversi mesi per essere completato. Ora le imprese boschive potranno effettuare gli interventi di ordinaria amministrazione più rapidamente, ma sempre nel rispetto delle normative vigenti e delle prescrizioni dei piani paesaggistici.
Nessuna deregulation, dunque, ma semplicemente la correzione di un’evidente stortura normativa che ha rappresentato, nella pratica, solo un aggravio burocratico e non una reale azione di tutela paesaggistica», ha dichiarato Luca De Carlo, presidente della Commissione Industria del Senato.
I pregiudizi da superare sulle biomasse legnose
Si ritiene, erroneamente, che le biomasse legnose siano inquinanti o che mettano in pericolo la sopravvivenza dei boschi: pregiudizi che le penalizzano a favore di un’elettrificazione dei consumi.
Ha invece spiegato Luca Squeri, Segretario Commissione Attività Produttive Camera e Responsabile Energia di Forza Italia, che «le moderne tecnologie a biomassa garantiscono ridotte emissioni inquinanti ed elevata efficienza e devono concorrere nel mix energetico nazionale al pari delle altre rinnovabili, in particolare nel termico.
A differenza degli altri paesi europei, continuiamo a trascurare la biomassa, una fonte che offre grandi possibilità, in massima parte disponibile su tutta la penisola e sottoutilizzata. Auspico fortemente si possa arrivare ad una migliore valorizzazione energetica della biomassa per i notevoli benefici che potrebbero derivarne anche in termini di manutenzione del patrimonio forestale, di occupazione e di entrate per gli Enti locali».
Temi su cui concorda Stefano Vaccari, capogruppo PD, Commissione Agricoltura della Camera: «Bisogna puntare su efficienza, rinnovabili e su una strategia energetica sostenibile per far decollare la transizione ecologica. La gestione forestale contribuisce alla protezione del clima grazie alla capacità delle piante di assorbire carbonio ma anche mediante l’utilizzazione sostenibile del legno, come materiale edile e nella combustione, guardando al suo valore energetico. Per questo servirebbe una strategia complessiva che ancora manca o che, se presente sulla carta, non trova riscontri operativi».
Le misure proposte da AIEL per valorizzare l’economia del legno
L’AIEL ha individuato tre misure concrete da attuare per attuare politiche in grado di innescare un processo virtuoso:
- Istituire un tavolo interministeriale permanente tra il MASAF, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e il Ministero delle Imprese e del Made in Italy per garantire la condivisione e il coordinamento delle politiche che riguardano le filiere industriali ed energetiche collegate al settore forestale.
- Riconoscere un adeguato contributo da parte delle biomasse nel PNIEC italiano, puntando ad un obiettivo complessivo al 2030 di 16,5 Mtep (milione di tonnellate equivalenti di petrolio) di energia termica prodotta da bioenergia rispetto ai 6,1 Mtep previsti dall’attuale formulazione del PNIEC.Un contributo di questo tipo delle biomasse legnose consentirebbe di evitare l’importazione di oltre 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale. L’occasione offerta dall’aggiornamento del PNIEC, che dovrà essere approvato entro giugno 2024, rappresenta l’ultima opportunità per non rinunciare al fondamentale contributo energetico rinnovabile dell’energia dal legno.
- Riconfermare l’IVA sul pellet al 10%, una misura fortemente voluta dal Governo e sostenuta da tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione, che ha dimostrato fin da subito la sua efficacia contribuendo a combattere il caro-energia e consentendo una riduzione dei fenomeni elusivi ed evasivi, nonché delle frodi che caratterizzavano il mercato.
Necessità di una visione ecosistemica
I grandi temi hanno bisogno di una visione, ha sottolineato Alessandra Stefani della Direzione Generale dell’Economia Montana e delle Foreste del MASAF: «Quando si affronta un tema così articolato è fondamentale avere una visione ecosistemica, in cui tutti i settori produttivi della filiera foresta-legno hanno un ruolo nel valorizzare dal punto di vista culturale, economico, occupazionale, ambientale ed energetico questa grande risorsa del Paese.
Il position paper presentato oggi è importante, perché per la prima volta la filiera foresta-legno assume una visione comune che è fondamentale per la realizzazione di politiche coordinate e condivise. L’obiettivo è di innescare un cambio di mentalità, per dare il giusto valore a settori economici potenzialmente portanti per molti territori del nostro Paese».
Il presidente di AIEL Domenico Brugnoni ha concluso l’incontro sollecitando l’adozione di iniziative concrete a sostegno delle biomasse e della filiera legno-energia, ricordando che «l’Italia è ricca di esempi virtuosi indirizzati alla produzione di beni durevoli in legno e alla valorizzazione energetica degli scarti di produzione e della biomassa legnosa attraverso filiere corte e locali e sistemi di conversione energetica altamente tecnologici e non inquinanti». Filiere che si integrano perfettamente con quelle energetiche.
È quindi importante «comunicare queste esperienze positive per promuovere la gestione forestale sostenibile, valorizzare l’energia rinnovabile del legno, sensibilizzare la pubblica opinione e incentivare la diffusione delle buone pratiche di gestione delle nostre foreste».