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Biomasse: il Friuli le incentiva, il Veneto le norma

Biomasse: il Friuli le incentiva, il Veneto le norma

 

(Rinnovabili.it) – Tra impianti domestici e grandi centrali, le biomasse sono uno dei grandi protagonisti energetici del Nord Italia. Ed è qui che le energie agroforestali tornano oggi ad essere al centro di attenzioni con due provvedimenti regionali diametralmente opposti: da un lato s’incentivano ulteriormente, dall’altro si cerca di controllare il loro impatto sul territorio per evitare speculazioni. I regolamenti appartengono rispettivamente al Friuli Venezia Giulia e al Veneto, anche se va detto che lo specifico campo d’azione delle nuove misure differisce sostanzialmente.

 

Il Friuli ha infatti deciso di sostenere la realizzazione di impianti energetici a biomassa legnosa di potenza termica tra i 35 kW e i 100 kW. Ne dà notizia l’assessore regionale alle risorse agricole e forestali, Cristiano Shaurli, il quale precisa che “le nuove disposizioni prevedono specifici contributi a favore delle imprese di utilizzazione boschiva, imprese di prima trasformazione del legno, aziende agricole, consorzi forestali e proprietari di foreste che realizzano impianti termici a biomassa legnosa proveniente da foreste e dall’arboricoltura da legno specializzata”. Il regolamento, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2017, stabilisce che dal primo gennaio al 28 febbraio di ogni anno i potenziali beneficiari possano chiedere la concessione delle sovvenzioni per l’acquisto e la messa in opera di caldaie a biomassa, incluse tutte le opere idrauliche ed elettriche funzionali all’impianto. Unitamente alle caldaie è ammissibile anche la realizzazione di un sistema di telecontrollo dell’impianto ed eventualmente anche l’installazione di un container a protezione dell’impianto stesso o per il deposito della biomassa.

 

Per il Veneto si tratta invece di stringere la normativa dei mega impianti. Nel collegato alla Legge regionale di stabilità 2017 spicca un articolo proposto dall’assessore all’ambiente Gianpaolo Bottacin che prevede una decisa restrizione nel campo di applicazione con particolare riferimento a quelli sopra i 1000 kW.

“Così come sugli impianti idroelettrici – dichiara Bottacin – anche sugli impianti a biomassa, ivi compresi i pirogassificatori, stavamo assistendo a un assalto alla diligenza del tutto esagerato che stava creando grandi preoccupazioni tra i cittadini”. Queste centrali potranno essere realizzate solo a determinate distanze dalle abitazioni e, in area agricola, potranno essere proposte solo da agricoltori a titolo principale. “Tutto ciò per evitare le speculazioni che si stavano generando a causa degli incentivi statali concessi a questi tipi di impianti”.

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