(Rinnovabili.it) – E se a stabilizzare il sistema energetico europeo non fosse il carbone o il gas naturale ma le energie rinnovabili? Parte da questo presupposto uno dei nuovi progetti finanziati dal programma comunitario Horizon 2020. Parliamo di AMBITION, acronimo inglese di “Advanced Biofuel Production with Energy System Integration”, nella cui sigla si ritrovano oggi otto partner, tra centri di ricerca e università, provenienti da altrettanti paesi europei. Con tre anni di tempo a disposizione e un budget di 2,4 milioni di euro, Ambition mira a sviluppare un programma comune di ricerca e innovazione all’interno dell’UE finalizzato all’integrazione della produzione di biocarburanti nel sistema energetico europeo.
Il progetto parte da una delle più grandi esigenze di oggi: l’attuale frammentazione dei sistemi energetici, unitamente al progressivo sfruttamento delle fonti rinnovabili intermittenti, richiede l’implementazione di soluzioni che offrano stabilità e flessibilità al comparto. I partner di Ambition cercheranno di fornire questi elementi integrando (cioè creando un ponte tra) due diversi vettori energetici, ad esempio l’elettricità della rete e biofuel.
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Per ottenere ciò la ricerca si muoverà su più livelli, sviluppando nuovi e più efficienti processi di produzione di biofuel che siano rispettosi dell’ambiente e economicamente competitivi. In particolare, si sta lavorando sui biocarburanti liquidi di prossima generazione, intervenendo sugli stadi di pretrattamento e frazionamento di biomasse non-food, la gassificazione di residui ligneocellulosi, la fermentazione di miscele di idrogeno e monossido di carbonio.
Sarà valutata la fattibilità tecnica, economica e ambientale dell’integrazione della produzione di biocarburanti nel sistema energetico attuale. Al progetto partecipa anche l’Italia attraverso l’Enea e il suo centro di ricerca di Trisaia. Come spiega il ricercatore Francesco Zimbardi “La sfida è di riuscire a trasformare le attuali tecnologie di conversione dei biocombustibili, come già fatto con l’impianto Steam Explosion nel centro ENEA di Trisaia, mettendo a punto processi migliorativi sul piano della sostenibilità, dei costi e della sicurezza degli approvvigionamenti nella fase di trasporto dell’energia”.
La Steam Explosion è un trattamento idrotermico che permette di facilitare la separazione dei differenti componenti della biomassa vegetale, ossia emicellulosa, cellulosa e lignina. L’impianto pilota realizzato nel laboratorio lucano è in grado di trattare 300 kg/h di biomassa.
Sulla base dei risultati ottenuti sarà definito l’European Common Research and Innovation Agenda (ECRIA), relativo a nuovi biocombustibili per la quale la Commissione Europea ha recentemente finanziato progetti di ricerca per 10 milioni di euro.
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