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Berlino potrebbe pagare l’industria del carbone per riconvertirsi

Doveva essere un aumento di tasse per favorire la chiusura degli impianti a carbone inquinanti. Ora rischia di trasformarsi in un sussidio pubblico

Berlino potrebbe pagare l’industria del carbone per riconvertirsi-

 

(Rinnovabili.it) – Il ministro dell’Economia tedesco, Sigmar Gabriel, ha confermato che il governo sta cercando di ammorbidire il piano per la riduzione delle emissioni per le centrali a carbone in Germania. Entro il 1 luglio proporrà l’alternativa all’aumento delle tasse per gli impianti più vecchi e inquinanti, come chiesto dalle lobby e dai sindacati. Indiscrezioni di stampa avevano già anticipato questo momento, quello in cui la grande Germania avrebbe chinato la testa agli interessi del settore energetico fossile. Il Paese voleva evitare di mancare i target climatici che si è dato con l’Energiewende, ma si è trovato contro il muro delle imprese e dei lavoratori. Migliaia di impiegati nel settore del carbone hanno manifestato a Berlino ad aprile, per protestare contro i piani dell’esecutivo. I sindacati hanno detto che le misure potrebbero mettere a rischio 100 mila posti di lavoro. Il prelievo immaginato dal governo intendeva costringere gli operatori a tagliare le emissioni, così da impedire che la Germania manchi l’obiettivo di ridurre i gas serra del 40% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990.

 

Berlino potrebbe pagare l’industria del carbone per riconvertirsiTuttavia Sigmar Gabriel, dopo l’insurrezione, si è subito ammansito: durante una conferenza a Berlino, quest’oggi, ha detto che il governo deciderà tra la sua proposta originale e quella suggerita dal sindacato IG BCE: eliminare più gradualmente le vecchie centrali elettriche a carbone e costruire impianti di cogenerazione alimentati a gas. Inoltre, ha chiesto un sostegno finanziario supplementare per centrali termoelettriche a ciclo combinato. A questo punto, Gabriel ha lamentato che ciò si tradurrebbe in un onere per il bilancio federale e in maggiori costi per le famiglie e le piccole e medie imprese. Se però dovesse accettare la proposta, il suo piano di tagli all’industria pesante si tradurrebbe in un sussidio pubblico agli stessi, per una transizione che non è chiaro quando avverrà.

«Con due proposte alternative, siamo in grado di prendere una decisione politica. Sono certo che vi riusciremo nel corso della riunione di consultazione della coalizione del 1 luglio», ha detto il ministro.

Questa dichiarazione ha fatto salire le azioni di RWE – compagnia che ha prodotto il 60% della sua elettricità da impianti a carbone nel 2014 – del 2,1% sull’indice DAX. Quelle della rivale E.ON, che si basa più sul gas e il nucleare, sono calate dello 0,2%.