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Authority su costi dispacciamento: registrato un aumento da 745 mln

Authority su costi dispacciamento: registrato un aumento da 745 mln

 

(Rinnovabili.it) – “Nel mercato dell’energia elettrica vi sono stati nei primi sei mesi del 2016 andamenti difformi: i costi di dispacciamento hanno registrato, nel loro insieme, un aumento consistente rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, stimato in 745 milioni di euro”. Le parole sono quelle pronunciate di Alberto Biancardi, Componente dell’AEEGSI, durante l’indagine conoscitiva sui prezzi dell’energia elettrica e del gas al Senato. Al centro della discussione non potevano non finire le anomalie registrate sul mercato elettrico, in particolare alla voce dispacciamento, ad aprile 2016 (anche se alcuni segnali anticipatori erano palesi fin da febbraio).

 

Nei primi sei mesi di quest’anno, spiega Biancardi, al consistente aumento costi nel mercato dei servizi di dispacciamento (MSD) si è affiancato un decremento molto significativo – circa un miliardo di euro – nel mercato del giorno prima (MGP), ossia quello che ospita la maggior parte delle transazioni di compravendita di energia elettrica. Tale calo è imputabile a due elementi: una domanda molto debole e a un’elevata incidenza percentuale delle rinnovabili, che ad aprile è stata superiore al 60 per cento. E così si è passati da un prezzo medio dell’energia elettrica da 46,47 euro al MWh di gennaio a 31,99 euro al MWh di aprile.

 

Il ragionamento alla base della relazione tra aumento nel MSD e calo nel MPG è semplice: se gli operatori non riescono più a guadagnare dal mercato del giorno prima, si rifanno su quello del dispacciamento. Come spiegato da Biancardi durante l’audizione, la possibilità di prevedere che il prezzo sul mercato del giorno prima si sarebbe attestato a un livello particolarmente e prevedibilmente basso ha comportato lo spostamento dell’offerta da quel mercato a quello dei servizi di dispacciamento, considerato più remunerativo.

 

L’AEEGSI ha aperto un’indagine nel mese di giugno su queste dinamiche, focalizzandosi, in prima battuta, sugli sbilanciamenti di maggiore entità e intimando a tutti gli operatori la cessazione dei comportamenti in questione: “dai dati acquisiti da Terna si desume che tale intimazione abbia avuto l’effetto atteso – si legge nel documento del Senato -. Nel precisare come sul lato della domanda non siano ancora disponibili dati, dichiara di confidare nella tempestività dell’indagine, che l’Autorità intende concludere auspicabilmente nei sessanta giorni previsti […] Quanto ai traders, la consultazione in atto consentirà di valutarne i comportamenti ai fini di eventuali sanzioni, in caso di manipolazioni o accordi collusivi ai fini di conseguire un extraprofitto”.

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