(Rinnovabili.it) – Quasi l’89% degli australiani vuole target di energie rinnovabili più alti, o quantomeno invariati. Lo rivela un sondaggio commissionato dal WWF e condotto da Reachtel. Gli esiti arrivano con puntualità svizzera, per puntellare in Senato l’opposizione ai piani del governo di smantellare il RET (Renewable Energy Target), cioè il piano per la politica energetica da fonti pulite del Paese dei canguri.
La rilevazione, effettuata il 25 novembre, ha coinvolto 5.036 elettori in Australia, residenti in tre importanti aree dello Stato: 1216 a Victoria, 934 in Tasmania e 873 in South Australia. I risultati hanno mostrato che il campione è largamente favorevole non solo al mantenimento del RET, ma soprattutto alla sua implementazione. Il piano prevede di ottenere 41.000 GWh di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2020. La maggioranza degli elettori dei tre Stati, interpellati da Reachtel, pensa che sia «molto importante» per il governo federale investire nelle energie rinnovabili (il 60% in South Australia e il 62,4% in Victoria e Tasmania, rispetto al 59,8 % a livello nazionale).
Il premier, Tony Abbott, è al lavoro per trovare un accordo bipartisan sul provvedimento. Il governo aveva inizialmente dichiarato di voler tagliare il target molto nettamente, e per il riesame del RET aveva chiamato Dick Warburton, uomo d’affari di comprovato negazionismo sul clima. Il risultato dei calcoli di Dick ha portato alla raccomandazione di ridurre gli obiettivi a circa 16.000 GWh.
Dopo una fiera resistenza da parte dell’industria e la pioggia di critiche sulla revisione, il gabinetto federale ha deciso di cercare la via di un accordo bipartisan, in modo da permettere una continuità degli investimenti invece che portare a un blocco totale.
Ora, sul tavolo del premier arriva anche questo sondaggio: è vero che è stato commissionato dal WWF, ma è anche vero che il sostegno degli elettori per le rinnovabili è già stato misurato più o meno con gli stessi risultati dall’Australia Institute, che ha trovato il 64% degli elettori liberali indipendenti a sostegno di un aumento dei target.
Intanto, però, l’impasse attuale ha visto uno stallo degli investimenti. Se non verrà risolto, i rivenditori di energia elettrica non potranno acquistare nuova energia rinnovabile per soddisfare gli standard richiesti dalla legge, e saranno costretti a pagare una mora.