Disposto l’avvio di due procedimenti istruttori nei confronti di Enel e di Sorgenia. Avrebbero applicato prezzi eccessivamente alti nella vendita a Terna dei servizi di regolazione di tensione
(Rinnovabili.it) – Il mercato dei servizi di dispacciamento (MSD) torna sotto la lente d’ingrandimento. In attesa che il Tar della Lombardia si pronunci sull’aumento costi in bolletta scattati dal 1°luglio scorso, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha disposto l’avvio di due procedimenti istruttori a carico di due società energetiche italiane. Parliamo di Enel e Sorgenia che stando alle segnalazioni dell’Autorità per l’energia (AEEEGSI) avrebbero violato la normativa sulla concorrenza applicando prezzi eccessivamente gravosi all’interno dell’MSD.
L’avvio dei procedimenti è stato notificato questa mattina nel corso di alcune ispezioni effettuate dall’Autorità in collaborazione con il Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, ma fa seguito alla trasmissione da parte dell’AEEGSI di una delibera dello scorso 30 giugno. Il documento in questione riguardava le condotte dei due operatori sul mercato del giorno prima (MGP) e sul mercato dei servizi di dispacciamento nel periodo dal 27 marzo al 15 giugno 2016.
Nello specifico, Enel e Sorgenia avrebbero cambiato la strategia di offerta dell’energia fornita delle loro unità produttive nell’area di Brindisi, applicando prezzi ingiustificatamente alti. Gli impianti in questione possono, a seconda del periodo od orario di riferimento e degli esiti dei mercati dell’energia, essere necessari al gestore della rete Terna per il mantenimento della tensione nell’area. Come spiega l’Autorità della Concorrenza, nel periodo di tempo sopracitato le condizioni di offerta di entrambi gli operatori avrebbero determinato il tendenziale azzeramento dei programmi di produzione dei rispettivi impianti nella zona, che sono quindi risultati “spenti”.
Secondo l’AEEGSI, tale comportamento è ascrivibile in parte alla riduzione dei prezzi che si è registrata sui mercati dell’energia e, in parte alla possibile adozione sui mercati sopracitati di una strategia di trattenimento fisico (assenza di offerte) o economico (offerte a prezzi superiori a quelli attesi di mercato). In tali circostanze, al fine di garantire l’esercizio in sicurezza della rete elettrica locale, Terna è stata obbligata a richiedere alle società l’avviamento di alcune unità produttive sul mercato dei servizi di dispacciamento.
“Tanto Enel Produzione quanto Sorgenia si sono, quindi, trovate nella condizione di fornitore indispensabile in talune fasce orarie del periodo in questione, posizione sulla quale sembrano aver fatto leva per imporre a Terna prezzi eccessivi, che parrebbero prima facie sproporzionati rispetto al costo del servizio offerto”, si legge nella nota stampa dell’Antitrust. “Secondo quanto rappresentato dal regolatore di settore, il maggior costo pagato da Terna per l’approvvigionamento dei servizi di regolazione della tensione nell’area di Brindisi nei primi sei mesi del 2016 è stato superiore di circa 320 milioni di euro rispetto alla spesa sostenuta nello stesso periodo dell’anno precedente”. Tale costo (uplift) costituisce una componente della bolletta elettrica, che si riversa quindi su tutti gli utenti, sia consumatori che imprese.
Non tarda ad arrivare il commento del Codacons, che aveva presentato ricorso al TAR contro i rincari tariffari di luce e gas scattati: se l’Antitrust accerterà condotte a danno degli utenti italiani è pronta ad intentare una mega class action contro Enel e Sorgenia.
“Se saranno accertate speculazioni sui prezzi con ripercussioni sulle bollette degli italiani, avvieremo una azione collettiva risarcitoria contro Enel e Sorgenia da parte di 30 milioni di utenti italiani dell’energia – afferma il presidente Carlo Rienzi – Il nostro ricorso contro l’aumento delle tariffe elettriche dall’1 luglio scorso, vinto al Tar Lombardia, si basava proprio sulle speculazioni messe in atto dai grossisti; se queste saranno accertate dall’Antitrust, Enel e Sorgenia dovranno risarcire gli utenti per i danni economici prodotti”.