Rinnovabili • gse

Arrigoni: le quattro gambe del GSE a sostegno della decarbonizzazione

A che punto è l’Italia nella transizione energetica, il ruolo baricentrico del GSE, l’esigenza di accelerare, l’efficientamento energetico come first fuel, il futuro dei bonus edilizi, l’importanza dell’informazione ed i Road show del GSE per informare sul territorio PA, imprese e cittadini. Ecco alcuni dei temi strategici affrontati con Paolo Arrigoni, Presidente del GSE

gse
Da destra: Paolo Arrigoni, presidente del GSE, e Mauro Spagnolo, direttore di Rinnovabili.it

di Mauro Spagnolo

Oltre che il Presidente del GSE, l’Organo pubblico che guida le procedure tecniche e finanziarie della transizione energetica nazionale, Paolo Arrigoni è un ingegnere che ha svolto la sua attività nel settore energetico. Una persona strategica e competente – quindi – per fare il punto sul posizionamento italiano nella traiettoria che ci dovrebbe condurre a raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione fissati dall’Europa.  

Indice dei contenuti

Presidente Arrigoni, la Commissione Europea ci pone l’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% al 2040 rispetto ai livelli del 1990 rendendo inevitabile e urgente, in Italia, un’accelerazione esponenziale di efficienza energetica e di installazione di rinnovabili. Saremo in grado di centrare obiettivi così ambiziosi?

Voglio premettere che gli obiettivi al 2040 sono ulteriormente sfidanti con la tappa intermedia al 2030 fino ad arrivare al net zero del 2050. E sono sfidanti già quelli del 2030 – con una quota da FER del 40,5% – che sono stati innalzati recentemente col pacchetto FIT for 55 e poi con il piano REPowerEU ponendo il nostro paese – che non è in ritardo rispetto ad altri – in una buona posizione.  Abbiamo infatti registrato nel 2022 il 19% di quote da FER sui consumi finali di energia. Quindi dovremo fare un salto di 21.5 punti percentuali dal 2022 – i dati del 2023 non sono ancora disponibili – al 2030. Teniamo conto che nel 2005 eravamo al 7,5% e nel 2022 – in 17 anni – abbiamo fatto un salto dal 7,5% al 19%, quindi di 11,5 punti percentuali, raggiungendo una situazione direi abbastanza in linea con gli obiettivi europei. Oggi dovremmo fare un salto di 21.5 % per arrivare al 40,5% e questo è un obiettivo a fronte del quale il governo – attraverso le sue declinazioni – si sta fortemente impegnando.  In questo quadro il GSE sta collaborando con il MASE – che è il ministero di riferimento – per cercare di attivare quanti più strumenti per consentire l’implementazione delle rinnovabili.

Uno degli obiettivi della vostra attività è proprio quello del monitoraggio, cioè fornire informazioni in tempo reale a chi ci governa sul posizionamento esatto del Paese rispetto alla traiettoria di decarbonizzazione.  Ebbene siamo indietro o in avanti rispetto agli obiettivi europei?

Il punto di riferimento per ragionare è il 2022 e in particolare i dati pubblicati recentemente nella Relazione Semestrale sull’energia e clima del GSE. Al 2022 eravamo leggermente indietro, ma ripeto: è un ritardo condiviso con gli altri paesi europei, il che significa che il nostro paese si è comunque impegnato in modo particolare negli ultimi anni. Ma oggi – questo è certo – dobbiamo concentrarci ancor di più per compiere quella transizione energetica che l’Europa stabilisce attraverso obiettivi così sfidanti. Quindi gli strumenti che il ministero sta introducendo sono particolarmente importanti e non solo sullo sviluppo delle rinnovabili ma anche sull’ efficientamento energetico e sulla mobilità sostenibile.  Cito a riguardo alcuni dati significativi: il GSE nel 2023 ha erogato per questi obiettivi oltre 14 miliardi di euro – che sono cifre debbo dire particolarmente importanti. E ancora le riporto un dato in anteprima, che pubblicheremo tra alcune settimane con il Report GSE, sul monitoraggio di alcune tecnologie rispetto agli obiettivi intermedi, per esempio: nel nostro Paese, alla fine del 2023, sono stati installati quasi 1.600.000 impianti fotovoltaici, la maggior parte di piccola taglia, ma anche medi e grandi. 

Con quale potenza installata totale? 

La potenza totale installata è poco più di 30 Gigawatt. Se consideriamo che nel 2010 – quindi circa 13 anni fa – gli impianti erano 160.000 con una potenza installata di 3,5 Gigawatt, in pochi anni sono stati praticamente decuplicati come numero e potenza.  Mi sembra quindi che tanta strada si è già percorsa nella traiettoria della transizione.  

Una delle principali novità nel nostro settore è l’avvento delle Comunità Energetiche Rinnovabili, con quali strumenti il GSE accompagnerà la loro diffusione? 

Innanzitutto, il GSE ha acquisito una certa esperienza in questo breve tempo dalla nascita delle CER.  Ed è opportuno ricordare che c’è una normativa transitoria – entrata in vigore nel marzo del 2020 – che ha anticipato quella parte della direttiva RED II (Renewable Energy Directive II) proprio in tema di rinnovabili. E questa anticipazione è stata fatta proprio per consentire al nostro paese di sperimentare meccanismi che definiscano nuove frontiere di impiego degli impianti da fonte rinnovabili in previsione del recepimento definitivo della direttiva RED II. Al 6 febbraio 2024 sono state qualificate nel nostro paese 126 configurazioni di autoconsumo diffuso, 90 di autoconsumo e 36 di CER, Vorrei ricordare che la normativa transitoria prevedeva questi due diversi meccanismi: la CER legata ad una cabina secondaria e impianti con taglia sotto i 200 kW e l’autoconsumo con impianti sempre sotto i 200 kW ma realizzati all’interno di un unico edificio, commerciale o condominio. Quindi, come è noto, il recepimento complessivo della direttiva RED II è avvenuto recentemente con il tanto atteso Decreto Ministeriale 199 e noi abbiamo lavorato alla pubblicazione delle regole operative che il MASE ha approvato. Dopodiché entro l’8 aprile apriremo i tre portali operativi per accedere agli incentivi e per la verifica preliminare, e a quel punto la cassetta degli attrezzi sarà completata e le centinaia, se non migliaia, di progettualità su questi meccanismi e potranno essere realizzate. 

Secondo lei, Presidente, quanto potranno contribuire le comunità energetiche rinnovabili nel mix energetico nazionale?

Sono sicuramente un tassello importante. Il Decreto prevede di erogare incentivi per un contingente di 5 Gigawatt di potenza, ovvero fino al 31 dicembre 2027. Si tratta di una quota importante se pensiamo che l’obiettivo al 2030 è quello di installare 70/80 Gigawatt. Quindi i 5 Gigawatt più i due sul contributo PNRR sono una quota rilevante. A queste poi c’è da aggiungere i 4,5 Gigawatt del Decreto FER 2, per le tecnologie innovative, e i 67 Gigawatt complessivi delle altre misure.  

Inoltre, le CER sono un driver molto importante nella transizione in quanto trasformano il ruolo dei soggetti che vi partecipano da utente semplice a prosumer e consentiranno, a chi vi aderisce, di adottare regole comportamentali nuove: sarà spinto ad utilizzare i propri consumi in virtù della produzione del proprio impianto. Il cittadino dovrà avere comportamenti più consapevoli; le faccio un esempio: se per anni ha utilizzato l’elettrodomestico di notte perché l’energia costava di meno, aderendo ad una CER sarà portato ad utilizzare l’energia durante l’ora del giorno, cioè quando l’impianto fotovoltaico produce. E poi produzione e consumo contestuale significa far scattare anche il diritto ad avere una tariffa premiante, quindi un vantaggio economico notevole.

Un vero avvenimento sociale oltre che energetico e ambientale. Stanno anche nascendo delle CER solidali che contribuiranno al contrasto alla povertà energetica, e anche da parte della Conferenza Episcopale Italiana c’è grande attenzione ed interesse per questo nuovo approccio alla produzione ed al consumo energetico. Queste sono caratteristiche uniche delle comunità energetiche nell’ambito di una transizione la cui efficacia e perseguimento degli obiettivi non può che passare da una rivoluzione culturale dal basso, dove tutti i soggetti, quindi pubblica amministrazione, imprese e singoli cittadini, devono essere coinvolti attraverso una radicale trasformazione. 

 class=

Parliamo anche di contenimento dei consumi energetici in ambito edilizio…

Certo, voglio ricordare che i consumi dell’edilizia rappresentano il 40% di quelli totali e il 36% delle emissioni di CO2.

Rimaniamo sul tema della decarbonizzazione: quali misure sta adottando il GSE per sviluppare ulteriormente le tecnologie di stoccaggio energetico, essenziali per le rinnovabili discontinue? 

Se parliamo prevalentemente di sviluppo di fotovoltaico ed eolico, che sono rinnovabili non programmabili, dobbiamo inevitabilmente occuparci anche dello sviluppo di tecnologia abilitante, cioè principalmente delle reti.  Si diceva che oggi abbiamo circa 1.600.000 impianti di generazione elettrica, mentre vent’anni fa erano 15.000. Quindi le reti si devono inevitabilmente adeguare a questa crescente situazione. Si stanno inoltre sviluppando notevolmente i sistemi di accumulo domestico legati agli impianti fotovoltaici residenziali per massimizzare l’autoconsumo ed è il tempo di uno sviluppo massiccio anche dei sistemi di accumulo di sistema. In questo contesto fino ad ora il GSE non ha avuto un ruolo specifico anche se nel report statistico degli impianti fotovoltaici dedichiamo un capitolo sulle tecnologie degli stoccaggi. Questo è sicuramente un tema legato all’attività di Terna che entro l’anno dovrà iniziare a fare le aste specifiche, all’interno delle quali ci saranno misure incentivanti per le tecnologie di stoccaggio.  

Nel percorso di decarbonizzazione del nostro Paese, quali dei principali settori energivori, industria, edilizia e mobilità, hanno maggior margine di miglioramento sull’efficienza e quindi sull’abbattimento delle emissioni? 

Bisogna lavorare inevitabilmente su tutti i settori.  Si sta sempre più affermando il principio dell’efficientamento energetico come first fuel perché fare efficientamento energetico significa, a parità di servizi erogati, ridurre i consumi, le bollette e la domanda complessiva di energia quindi le emissioni della CO2. Il driver dell’efficientamento energetico rappresenta al pari delle rinnovabili, o forse di più, un driver su cui bisogna investire per centrare l’obiettivo finale del net zero al 2050. E ridurre i consumi di energia significa anche più sicurezza energetica e minore dipendenza dall’estero, temi in questo momento molto attuali.

A proposito di efficienza energetica, finita l’epoca del superbonus ci saranno altre misure incentivanti?

Il governo sta facendo delle riflessioni su come dovrà essere in futuro il meccanismo incentivante per l’efficientamento energetico nell’edilizia posto che il superbonus è superato, l’ecobonus e tutti gli altri bonus edilizi hanno validità di tre anni con termine alla fine del 2024.  

E in tutto questo quale ruolo ha il GSE?

Direi centrale. Storicamente il GSE è stato sempre il braccio operativo dello Stato per il sostegno alle rinnovabili. In realtà oggi gestisce molto altro, ad esempio i meccanismi che consentono di fare efficientamento energetico, il conto termico per la produzione di energia termica da rinnovabili per efficientamento energetico nell’edilizia, i certificati bianchi, che sono probabilmente il meccanismo che ha il miglior rapporto costi/benefici in termini di efficientamento energetico. Certificati bianchi che, vorrei sottolineare, stiamo utilizzando anche per promuovere l’efficientamento energetico del servizio idrico integrato. Un servizio molto energivoro su cui in passato non è stata posta la dovuta attenzione, ma che oggi, con la crisi idrica del 2022 e le costanti e cospicue perdite d’acqua, si è determinata l’urgenza per il suo efficientamento attraverso l’utilizzo di certificati bianchi che incentivino gli investimenti. In tal senso abbiamo già sottoscritto degli accordi.  

Quale ruolo ha in questo contesto e con queste emergenze la comunicazione del GSE al cittadino ed alle imprese?

Assolutamente fondamentale. L’attività complessiva del GSE si poggia su quattro gambe, ed una di queste è la promozione.  

Quali sono, nello specifico, queste quattro attività?

La prima è il monitoraggio, cioè il costante controllo della traiettoria nel processo di decarbonizzazione nazionale, la seconda l’operatività, cioè la gestione di tutti i meccanismi di incentivazione sulle rinnovabili, efficientamento energetico, la mobilità sostenibile ed altro.  In questo asset abbiamo anche la gestione delle linee di investimento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza dove ci sono 8,3 miliardi per sostenere lo sviluppo del teleriscaldamento, del biometano, delle infrastrutture di ricarica, dei parchi di agrisolare – per le coperture delle aziende agricole -, dell’agrivoltaico, per il quale recentemente è entrato  in vigore il decreto per un 1 miliardo e 100 per sostenere impianti per circa 1 Gigawatt ed infine le CER, comunità energetiche rinnovabili, con  2,2 miliardi di contributo in conto capitale per finanziare gli impianti che vengono realizzati nei comuni sotto i 5000 abitanti. La terza nostra attività è il supporto alle PA ed alle imprese nei loro processi di decarbonizzazione. Per i Comuni, ad esempio, mettiamo a disposizione un tutor per seguirli nello sviluppo delle loro attività, per le imprese forniamo un account manager e, per chi ne avrà necessità, stiamo organizzando l’apertura di sportelli virtuali. Ma questo non basta…

Per quale motivo?

Perché fino ad ora siamo riusciti ad assistere 4000 comuni, mentre in totale in Italia ne esistono circa 8000, quindi una buona metà che probabilmente ancora non ci conosce, e così migliaia di imprese. E su queste considerazioni stiamo potenziando la nostra quarta gamba, la promozione, che si articola in varie attività tra cui, la più recente, i Road show del GSE: l’energia di oggi e del domani.

Di cosa si tratta?

Di un fitto programma di incontri sul territorio per informare Amministratori, imprenditori, studenti e cittadini sulle opportunità legate al processo di decarbonizzazione. Gli incontri sono organizzati e gestiti completamente dal GSE e concepiti per essere su scala provinciale. Ne abbiamo realizzati già numerosi, a tutte le latitudini nazionali, e ne abbiamo in programma molti altri in tutte le regioni. Il viaggio in Italia lo facciamo a bordo di un’auto a biometano per sottolineare come la decarbonizzazione dei trasporti si attua utilizzando diverse tecnologie, tra cui anche l’autocombustione interna alimentata appunto da biometano. Se l’evento è destinato ad una PA, poi, riconosciamo una targa Premio a quei comuni che hanno già sviluppato progetti con noi oppure che ne hanno in corso alcuni e questo per testimoniare soluzioni ed esperienze a chi ancora è lontano dal nostro mondo.

Rinnovabili •
About Author / Mauro Spagnolo

Giornalista e comunicatore scientifico, si occupa da oltre trenta anni di sostenibilità energetica ed ambientale. È cofondatore della testata e suo direttore responsabile. È stato docente di “Impianti e compatibilità ambientale” presso la facoltà di architettura Università La Sapienza, responsabile scientifico del Corso di Alta formazione in “Efficienza energetica negli edifici” presso il Dipartimento di meccanica ed aeronautica della facoltà di Ingegneria Università La Sapienza oltre che docente in decine di Master universitari. Autore di vari libri, editoriali ed articoli tecnici, è tra gli esperti energetici della RAI per la quale fornisce contenuti e partecipazioni in diverse produzioni televisive e radiofoniche.


Rinnovabili • Incentivi fotovoltaico, i bonus 2024 per privati e famiglie

Incentivi fotovoltaico, tutti i bonus 2024 per privati e famiglie

Dal reddito energetico ai nuovi incentivi per l’autoconsumo virtuale, dal bonus fotovoltaico al 50% ai contributi regionali. Ecco una guida completa ed aggiornata a tutti gli incentivi dedicati al fotovoltaico in Italia per famiglie e privati

Incentivi fotovoltaico, i bonus 2024 per privati e famiglie
Guida agli incentivi per il fotovoltaico residenziale 2024

Guida completa e aggiornata agli incentivi statali e regionali per il fotovoltaico 2024

Anche nel 2024, in Italia, i privati cittadini possono dotarsi di un impianto fotovoltaico facendo affidamento su una serie di sussidi dedicati, dai bandi regionali ai contributi statali. Abbiamo raccolto tutti gli incentivi al fotovoltaico 2024 in una guida, per offrire una panoramica completa e aggiornata degli strumenti di agevolazione finanziaria e fiscale attualmente in vigore e delle modalità per accedervi.

Incentivi al fotovoltaico 2024 per privati e famiglie: bonus e contributi statali

Tra fine del Superbonus 110% e nuove configurazioni dell’energy sharing, i regimi incentivanti per il fotovoltaico dei privati cittadini stanno mutando rapidamente. Oggi la tendenza generale è quella di premiare gli impianti solari in autoconsumo e mettere in campo nuovi strumenti contro la povertà energetica. Dagli ecobonus edilizi “rimaneggiati” al pannelli solari gratuiti per le famiglie a basso reddito, ecco come stanno cambiando gli incentivi per il fv residenziale.

Fotovoltaico gratuito, i contributi del Reddito Energetico (ISEE) 

Una delle grandi novità in tema di incentivi statali al fotovoltaico domestico è il Reddito energetico nazionale 2024. La misura permette di ottenere, per alcune fasce economiche della popolazione, pannelli fotovoltaici domestici in maniera gratuita grazie ad un contributo in conto capitale. Con l’obiettivo più ampio di riuscire a realizzare nell’arco di due anni – il 2024 e il 2025 – circa 31mila impianti solari residenziali al servizio di famiglie in condizione di disagio economico. Budget stanziato per il biennio: 200 milioni di euro.

Beneficiari: possono fare richiesta del Bonus Fotovoltaico Reddito Energetico tutti i nuclei familiari con ISEE inferiore a 15.000 euro; oppure inferiore a 30.000 euro ma con almeno 4 figli a carico. L’incentivo è destinato al Soggetto realizzatore dell’impianto.

Tempistiche: le domande per gli incentivi possono essere presentate dal 5 luglio 2024 fino al 31 dicembre 2024, o fino ad esaurimento fondi. Dopo solo 24 ore gli 80 milioni destinati alle Regioni del Sud e le Isole sono andati esauriti. Ad oggi rimangono unicamente quelli per il resto dell’Italia.

Tipologia di intervento: Il bonus Reddito energetico 2024 incentivata i sistemi fotovoltaici residenziali su coperture e/o superfici di edifici con taglia compresa tra 2 e 6 kWp. Il contributo prevede una quota fissa massima di 2.000 euro più una quota variabile di 1.500 euro per ogni kW di potenza installata. Le agevolazioni previste dal Reddito Energetico Nazionale non sono cumulabili con altri incentivi pubblici.

Come fare domanda: L’istanza per il Reddito energetico deve essere inoltrata direttamente dalla piattaforma dedicata del Gse (Gestore dei Servizi energetici), previa iscrizione o identificazione con SPID. L’installazione di moduli fotovoltaici sul tetto va considerata manutenzione ordinaria e pertanto ricade nelledilizia libera che non richiede nessuna autorizzazione o atto amministrativo necessario per procedere immediatamente.

Fotovoltaico gratuito, i contributi del Reddito Energetico (ISEE) 

Bonus Fotovoltaico 50%  

Noto anche come Bonus Casa 50% o Bonus Ristrutturazione, questo contributo permette di portare in detrazione il 50% delle spese sostenute (bonifici effettuati) in caso di interventi di ristrutturazione edilizia. Ma nella lista di lavori rientra anche l’acquisto e l’installazione di impianti fotovoltaici residenziali.

Beneficiari: Possono portare in detrazione le spese sia i proprietari di singole unità abitative, sia i condomìni per le parti in comune.

Tempistiche: le agevolazioni per i pannelli fotovoltaici rimarranno in vigore fino al 31 dicembre 2024 (salvo proroghe).

Tipologia di interventi:  La detrazione fiscale si applica sulla spesa per impianti fv su tetto, balconi e persino le facciate degli immobili, sistemi di accumulo compresi. Coperto anche anche un eventuale ampliamento dell’impianto solare a patto che la potenza di picco resti sotto i 20 kW. Limite massimo di spesa: 96.000 euro per ciascuna unità immobiliare. Questo incentivo permette ancora di optare tra cessione del credito o sconto in fattura, ma unicamente per gli interventi effettuati prime del 16 febbraio 2023, o entro la cui data siano stati stipulati contratti vincolanti. 

Come fare domanda:  La richiesta della detrazione IRPEF deve avvenire tramite la compilazione della dichiarazione dei redditi. Per usufruire del bonus fotovoltaico al 50% è necessario:

  • il bonifico parlante, 
  • l’asseverazione di un tecnico abilitato che attesti i requisiti tecnici dei lavori eseguiti,
  • la congruità delle spese con computo metrico,
  • l’APE,
  • l’invio della comunicazione della scheda tecnica all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori.

Per approfondire le modalità di richiesta, leggi Bonus ristrutturazione, cosa accade se il bonifico parlante non coincide con il beneficiario.

Bonus Fotovoltaico 50%  

Superbonus 70% per il fotovoltaico residenziale

Il Bonus fotovoltaico 2024 più famoso in ambito residenziale rimane quello definito “super”. Ma abbandonato una volta per tutte il generoso e complesso 110%, il Superbonus per gli interventi di riqualificazione energetica in edilizia, pannelli solari per privati compresi, scende all’aliquota 70%. Tra tutti gli incentivi al fotovoltaico 2024, questo contributo è in assoluto il più generoso ma presenta anche rigidi paletti.

Beneficiari: possono portare in detrazione le spese i condomìni e le persone fisiche per interventi su edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate. 

Tempistiche: il Superbonus 70% rimane in vigore fino al 31 dicembre 2024, poi l’aliquota si abbassa al 65%.

Tipologia di intervento: il Bonus Fotovoltaico al 70% copre le spese sostenute nel 2024 per l’installazione di impianti solari, accumuli compresi, anche se i lavori non vengono effettivamente eseguiti nel medesimo anno. Con l’obbligo però di migliorare la certificazione energetica (APE) dell’immobile di almeno 2 classi. Il massimo che può essere detratto è 2.400 euro per ogni kW di potenza fotovoltaica installata, entro un massimo di 48.000 euro. In alcuni casi è ancora possibile chiedere la cessione del credito 2024.

Come fare domanda: Anche in questo caso la richiesta della detrazione IRPEF avviene tramite la compilazione della dichiarazione dei redditi. Per usufruire del bonus fotovoltaico al 70% è necessario:

  • il bonifico parlante, 
  • l’asseverazione di un tecnico abilitato che attesti i requisiti tecnici dei lavori eseguiti e la congruità delle spese con computo metrico,
  • l’APE,
  • l’invio della comunicazione della scheda tecnica all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori.

Gli incentivi per le Comunità Energetiche Rinnovabili e l’Autoconsumo Diffuso 

Una forma di incentivi fotovoltaici 2024 molto convenienti è stata introdotta dal nuovo Decreto CACER e premia l’energia generata da impianti solari (ma non solo) e condivisa virtualmente nei gruppi di autoconsumo diffuso e nelle comunità energetiche rinnovabili (CER). Il regime prevede una tariffa premio riconosciuta sull’energia condivisa incentivabile e un corrispettivo di valorizzazione ARERA a rimborso di alcune componenti tariffarie (nel 2023 è stato di 8,48 euro/MWh).

Beneficiari: possono richiedere gli incentivi i condomìni nel caso dell’autoconsumo diffuso, i privati cittadini per le CER.

Tempistiche: la misura è già in vigore e può essere richiesta fino al trentesimo giorno successivo alla data di raggiungimento dei 5 GW incentivati totali; o in ogni caso non oltre il 31 dicembre 2027.

Tipologia di intervento: Possono essere incentivati unicamente impianti entro 1 MW di potenza unitaria. La tariffa premio per il fotovoltaico delle CER e dei gruppi di autoconsumo varia a seconda della zona geografica e si suddivide in una tariffa fissa, legata alla potenza dell’impianto, e una tariffa variabile in funzione del Prezzo zonale.

Tabella incentivi al fotovoltaico nelle configurazioni di autoconsumo virtuale
Tabella incentivi al fotovoltaico nelle configurazioni di autoconsumo virtuale

Come accedere: L’invio della richiesta di accesso al servizio per l’autoconsumo diffuso può essere fatto solo dal Soggetto Referente e l’istanza deve essere trasmessa tramite il Portale informatico del GSE “SPC-Sistemi di Produzione e Consumo”. 

Incentivi per l'Autoconsumo Fotovoltaico: CER e autoconsumo diffuso 

Incentivi per pannelli fotovoltaici nel Conto Termico 3.0 

E’ ancora presto per poter richiedere queste agevolazioni ma è opportuno parlare anche della proposta di Conto Termico 3.0, schema che modifica l’attuale regime incentivante per le rinnovabili termiche. L’attuale bozza del provvedimento propone di ampliare gli interventi ammissibili, incentivando accanto alle fonti rinnovabili termiche anche l’installazione di pannelli fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, presso l’edificio o nelle relative pertinenze. A patto di sostituire contestualmente gli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti a pompe di calore elettriche

Beneficiari: La misura è aperta a privati, PA ed enti del terzo settore.

Tempistiche: Il Decreto Ministeriale è in fase di valutazione, dovrebbe entrare in vigore nel 2024 (salvo ritardi).

Tipologia di interventi: L’agevolazione è un contributo a fondo perduto (valore da definire). Attualmente sono in vigore incentivi che variano dal 40% al 65% della spesa sostenuta. Il Conto Termico è cumulabile con altri incentivi di natura non statale.

Come accedere: L’invio della richiesta di accesso al servizio per l’autoconsumo diffuso può essere fatto solo dal Soggetto Referente e l’istanza deve essere trasmessa tramite il Portale informatico del GSE “SPC-Sistemi di Produzione e Consumo”.

conto termico 3.0

Fotovoltaico, gli incentivi regionali 2024

Non esistono solo gli incentivi statali. Diverse Regioni in Italia offrono oggi delle agevolazioni per i pannelli fotovoltaici, destinate a privati cittadini o comunità. E in molti casi i contributi sono cumulabili con le misure di supporto distribuite a livello nazionale. Vediamo nel dettaglio i bandi regionali 2024 che sostengono la crescita del fotovoltaico residenziale, assieme a tempistiche e modalità per presentare la richiesta.

Gli incentivi al fotovoltaico residenziale del Friuli Venezia Giulia

Il bando del Friuli Venezia Giulia ammette a finanziamento l’acquisto e installazione di impianti fotovoltaici con annessi sistemi di accumulo a batteria, realizzati a servizio di unità immobiliari a uso residenziale con categoria catastale da A1 ad A9 e A11 situati nel territorio regionale.

Beneficiari: Possono partecipare al bando del FVG le persone fisiche residenti nel territorio regionale, ma la richiesta deve essere legata ad un solo immobile.

Tempistiche: il bando regionale è stato lanciato nel 2023 ma le richieste possono essere ancora presentate fino alla fine del 2024.

Tipologia di intervento: gli incentivi sono concessi a fondo perduto nella misura del 40% del costo totale dell’intervento. Per un impianto fotovoltaico di taglia sotto i 800 W (compresi anche i sistemi fotovoltaici Plug and Play da balcone) è ammissibile un costo massimo di 1.720 euro; per un impianto di potenza pari o superiore a 800 W, è ammissibile un costo massimo di 3000 euro al kW (per un totale massimo di 18.000 euro).

Come accedere: la domanda di incentivo deve essere presentata esclusivamente “online” attraverso il sistema “ISTANZE ONLINE” della Regione. L’incentivo è cumulabile con le detrazioni fiscali nazionali e con altri incentivi, purché la somma delle agevolazioni ottenute non superi la spesa complessivamente sostenuta.

Emilia Romagna: Contributi per le Comunità energetiche rinnovabili

L’Emilia Romagna ha lanciato un Bando del valore di 6 milioni euro, per favorire lo sviluppo di CER, in coerenza con la L.R. 5/2022, attraverso la concessione di contributi economici a copertura dei costi per l’installazione degli impianti fotovoltaici di  accumulo dell’energia a servizio delle comunità energetiche stesse e delle relative spese tecniche.

Beneficiari: le Comunità Energetiche Rinnovabili ubicate sul territorio della Regione Emilia-Romagna.

Tempistiche: il bando dell’Emilia Romagna si è aperto il 12 giugno 2024 per chiudersi il 31 ottobre 2024.

Tipologia di intervento: Per ogni Impianto/Unità di produzione deve essere presentata una singola domanda di contributo ed è riconosciuto il 25% dell’importo minore tra: la spesa ammissibile effettivamente sostenuta per l’investimento e  il massimale di spesa ammissibile previsto per l’investimento. La percentuale di contributo riconosciuta per ciascun impianto potrà essere aumentata del 5% qualora la CER sia situata in aree montane ed interne del territorio regionale, oppure vi prendano parte Soggetti economicamente svantaggiati (ISEE fino a 15.000 €), o il progetto sia localizzato nelle aree interessate dall’emergenza alluvione del Maggio 2023.

Come accedere: La domanda di contributo dovrà essere trasmessa alla Regione tramite applicativo web Sfinge 2020. I contributi del bando sono cumulabili con altri aiuti di Stato.

Fotovoltaico residenziale, il bando 2024 della Toscana

Quest’anno la Toscana ha pubblicato il Bando contributi “Casa a zero emissioni” finalizzato al miglioramento della qualità dell’aria nei 14 Comuni dell’area di superamento “Piana lucchese”. L’intervento stanzia 6 milioni di euro per interventi di dismissione di generatori di calore già installati e a uso residenziale a favore di pompe di calore ad alta efficienza, a cui possono essere aggiunti pannelli fotovoltaici con sistema di accumulo a batterie. 

Beneficiari: possono richiedere gli incentivi al fotovoltaico i cittadini residenti nei comuni Altopascio, Capannori, Lucca, Porcari, Buggiano, Chiesina Uzzanese, Massa e Cozzile, Montecatini Terme, Monsummano Terme, Montecarlo, Pescia, Pieve a Nievole, Ponte Buggianese, Uzzano. Ma le richieste devono riferirsi ad un singolo immobile per famiglia.

Tempistiche: il bando è stato aperto il 15 febbraio 2024 e rimarrà in vigore fino a esaurimento fondi.

Tipologia di intervento: in caso di sostituzione di caminetto a legno o stufa a biomassa, il bando della Toscana permette usufruire di un contributi a fondo perduto fino ad un massimo di 3.000 euro per l’acquisto di un impianto fotovoltaico. Più altri 500 euro in caso di aggiunta di un sistema di accumulo. L’incentivo scende a 2.400 euro massimi in caso di sostituzione di un impianto a gasolio.

Come Accedere: solo online tramite la piattaforma di Sviluppo ToscanaLe agevolazioni sono cumulabili con gli incentivi nazionali del Conto Termico e degli ecobonus edilizi e possono essere incrementate in base all’ISEE.

Fotovoltaico Basilicata, il bonus 2024

Per il 2024 la Regione Basilicata ha messo a disposizione 15 milioni di euro con cui incentivare il fotovoltaico residenziale e altri impianti rinnovabili domestici. Alla cifra si aggiungono 24 milioni di euro per il 2025.

Soggetti beneficiari: proprietari o usufruttuari di immobili in cui gli stessi hanno la residenza.

Tempistiche: Il bonus fotovoltaico della Basilicata può essere richiesto dall’8 aprile fino al 31 dicembre 2025 o fino a esaurimento budget.

Tipologia di interventi: Il regime lucano assegna contributi a fondo perduto valido per impianti fotovoltaici con una potenza non inferiore a 3 kWp (5% di tolleranza). Il sussidio può arrivare fino a un massimo di 10.000 euro compresi i sistemi di accumulo.

Come accedere:  La procedura di prenotazione delle risorse è “a sportello”. Le istanze devono essere presentate attraverso la piattaforma “Centrale bandi” della Regione Basilicata.

Bonus fotovoltaico basilicata 2024

Incentivi al fotovoltaico 2024, il bando della Lombardia

La Regione Lombardia è storicamente uno delle amministrazioni territoriali che più ha incentivato il fotovoltaico residenziale. Dai bonus destinati ai pannelli solari sul tetto a quelli per l’accumulo fotovoltaico passando per i contributi elargiti alle comunità energetiche, la Regione si è sempre distinta. Divenendo non a caso, la prima in Italia per numero di impianti solari in esercizio e per autoconsumo solare. Nel 2024 lo slancio “locale” si è affievolito, per lasciare spazio ai nuovi sussidi statali. Reddito Energetico Nazionale e Bonus fotovoltaico 70% in primis. Ma qualcosa ancora persiste come nel caso del Bando Rifugi Alpini del valore di 5.000.000 euro, finalizzato a supportare interventi di ristrutturazione ed efficientamento energetico.

Soggetti beneficiari: Possono chiedere gli incentivi i gestori o i proprietari di rifugi alpinistici ed escursionistici di Comuni montani o parzialmente montani.

Tempistiche: le domande possono essere presentate a partire dalle ore 10.00 del 10 luglio 2024 ed entro le ore 16.00 del 31 ottobre 2024.

Tipologia di Intervento: Si tratta di una sovvenzione a fondo perduto di massimo 300.000 euro a per singolo rifugio. Gli incentivi supportano tra le altre cose, anche l’installazione di impianti fotovoltaici ed eventuali sistemi di accumulo. Ogni soggetto richiedente può presentare più domande nel limite dell’importo max. complessivo di 600.000 euro.

Come accedere: La domanda deve essere presentata esclusivamente mediante la piattaforma Bandi e Servizi della Regione Lombardia all’indirizzo www.bandi.regione.lombardia.it.

Rinnovabili •
About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili è entrato in vigore

Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili è entrato in vigore

Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili del MASE è entrato in vigore dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il 2 luglio 2024. Ecco tutte le norme e la suddivisione regionale della nuova potenza verde

Il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili è entrato in vigore
le nuove norme del Decreto Aree Idonee 2024. Via depositphotos

Il Decreto Aree Idonee Rinnovabili è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale

Dopo un lungo periodo di rimpalli tra MASE (Ministero dell’Ambiente) e Regioni, il Decreto Aree Idonee per le rinnovabili ha concluso il suo iter normativo. Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 2 luglio 2024, il provvedimento ministeriale è entrato ieri formalmente in vigore. Nato con l’obiettivo di fare chiarezza sulle aree da destinare o meno agli impianti eolici e fotovoltaici, il testo finale, tuttavia, non centra a pieno l’obiettivo. Il braccio di ferro innescato da poter centrale e potere locale ha ottenuto come risultato quello di demandare il peso delle decisioni più importanti alle amministrazioni regionali. Senza compiere di fatto quella semplificazione e omogeneizzazione inizialmente sperata.

Ma il decreto in questione è molto di più. Nelle sue pagine sono infatti contenute le nuove quote di Burden Sharing, ossia le ripartizioni regionali dell’obiettivo nazionale per la capacità rinnovabile 2030. Nel dettaglio le 19 Regioni e le due Province autonome di Trento e Bolzano dovranno spartirsi 80 GW di potenza verde attesa per la fine del decennio.

Decreto Aree idonee 2024, cosa contiene il testo

Il Decreto Aree Idonee Rinnovabili è composto da 9 articoli in totale, suddividendo le norme in due capitoli: la ripartizione della potenza fra regioni e province autonome; i principi e i criteri per l’individuazione delle cd. aree idonee.

La disciplina è stata voluta dal decreto legislativo n. 199 del 2021, ma nella pratica avrebbe dovuto rispondere ad un bisogno “storico”. L’obiettivo iniziale era, infatti, quello di ridurre al minimo quegli spazi di dissidio che hanno connotato in passato il rapporto tra livelli di Governo proprio in riferimento al tema delle FER.

Tuttavia il provvedimento risponde anche ad una seconda esigenza, ossia dividere tra i territori quegli 80 GW di potenza verde che il Belpaese dovrebbe installare entro la fine di questo decennio. Nel dettaglio a ogni regione è stata assegnata una capacità minima da raggiungere annualmente, a partire dal 2021. Nel conteggio annuale rientrano tutti i nuovi impianti e i progetti di potenziamento. Sia terra che in mare. Ma vediamo la ripartizione nel dettaglio.

Burden Sharing 2030, le nuove capacità rinnovabile regionale

 Ai fini del calcolo per il raggiungimento degli obiettivi territoriali, il Decreto Aree Idonee Rinnovabili tiene conto della potenza nominale degli impianti nuovi, potenziati, riattivati, ricostruiti integralmente o oggetto di rifacimentoentrati in esercizio dal 1° gennaio 2021 fino al 31 dicembre dell’anno di riferimento”. Compreso il 100% della capacità installata in mare.

Per questi ultimi il Decreto prevede, in caso di connessioni ricadenti in regioni diverse da quelle in cui insistono gli impianti offshore, una speciale ripartizione della potenza. Il 20% a carico del territorio  in cui si trovano le infrastrutture di connessione  alla  rete  elettrica  e  il restante 80%, “in via proporzionale rispetto alla reciproca  distanza, tra le altre regioni  la cui costa sia direttamente  prospiciente l’impianto”. 

Ai fini del raggiungimento dei target regionali il nuovo schema Aree Idonee Rinnovabili riconosce per gli impianti geotermici ad alta e media entalpia e quelli idroelettriciuna potenza nominale aggiuntiva pari alla potenza di ogni fonte rinnovabile per il relativo parametro di equiparazione”. Contestualmente il testo affida al GSE il compito di pubblicare i parametri di equiparazione sulla base della producibilità media rilevata da idro e geotermia rispetto a quella da fonte fotovoltaica.

Il contributo maggiore? Sempre quello della Sicilia con oltre 10,4 GW per la fine del decennio, seguita dalla Lombardia (8,7 GW) e dalla Puglia (7,3 GW).

Decreto Aree Idonee 2024, la capacità assegnata alle Regioni

Impianti rinnovabili: aree Idonee, non idonee, ordinarie o vietate

In base al provvedimento Regioni e Province avranno 180 giorni per individuare sul loro territorio con propria legge quattro tipologie di zone:

  • Le aree idonee, caratterizzate da un iter accelerato ed agevolato per la costruzione ed esercizio degli impianti a rinnovabili.
  • Le aree non idonee, le cui caratteristiche sono incompatibili con l’installazione di specifiche tipologie di impianti, sulla base delle linee guida governative già emanate.
  • Le aree ordinarie, ossia aree diverse dalle precedenti in cui si applicano i regimi autorizzativi ordinari.
  • Le aree vietate, zone che in base alle nuove norme introdotte con l’art.5 del DL Agricoltura sono precluse agli impianti fotovoltaici a terra.

Il potere di definire zone “appropriate e non” rimane, dunque, in mano alle autorità regionali e provinciali, ma, in caso di mancata adozione delle legge nei termini previsti e dopo un richiamo ufficiale con nuovo termine, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica adotterà “le opportune iniziative ai fini dell’esercizio dei poteri sostitutivi”.

Decreto Aree Idonee Rinnovabili: Principi e Criteri di individuazione

Il tema è stato uno dei più discussi durante l’iter di approvazione. Dopo una serie di rimaneggiamenti del testo, la formula finale del DM Aree idonee 2024 chiede alle Regioni di prendere in considerazione la massimizzazione delle aree da individuare al fine di agevolare il raggiungimento degli obiettivi del Burden sharing. Dando priorità all’impiego di superfici di strutture edificate, quali:

  • capannoni industriali
  • parcheggi, 
  • aree a destinazione industriale, artigianale, per servizi e logistica.

E verificando  nel contempo l’idoneità di aree non  sfruttabili per altri scopi, come ad esempio le  superfici agricole non utilizzabili.

Alle amministrazioni regionali è lasciata la possibilità di classificare le superfici o le aree come idonee differenziandole sulla base della fonte, della taglia e della tipologia di impianto. Tenendo conto “delle aree immediatamente idonee di cui all’articolo 20, comma 8 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 vigente alla data di entrata in vigore del presente decreto”.

Nelle aree non idonee entreranno automaticamente tutte quelle zone e superfici ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela ai sensi del Codice dei beni culturali e del paesaggio. 

Una delle parti più contestate? Le nuove fasce di rispetto, ossia quelle porzioni di territorio a protezione di elementi sensibili nelle quali le trasformazioni urbanistico-edilizie sono sottoposte a disciplina specifica. In base al nuovo decreto le Regioni possono stabilire una fascia di rispetto dal perimetro dei beni sottoposti a tutela di ampiezza differenziata a seconda della tipologia di impianto. Con un limite massimo di 7 chilometri. I rifacimenti sono esclusi.

Leggi qui il testo in Gazzetta Ufficiale

Rinnovabili •
About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.


Rinnovabili • Incentivi Reddito Energetico, il Sud termina i fondi in 24 ore

Incentivi Reddito Energetico, il Sud termina i fondi in 24 ore

Con oltre 10mila richieste inoltrate attraverso lo sportello del GSE, le famiglie del Mezzogiorno e delle Isole hanno rapidamente saturato il contingente. Ora restano solo gli incentivi di reddito energetico per le altre regioni

Incentivi Reddito Energetico, il Sud termina i fondi in 24 ore
Il contatore degli Incentivi del Reddito Energetico 2024. Credits: GSE

 In un giorno prenotato l’80% delle risorse del REN 2024

Gli incentivi del Reddito Energetico Nazionale sono stati un successo. Perlomeno nelle Regioni del Sud Italia, dove in appena 24 ore sono andati esauriti gli 80 milioni di euro messo a disposizione dal regime. Lo hanno fatto sapere il 6 luglio, con note stampa separate, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetici (MASE) e il Gestore dei Servizi Energetici (GSE). Al netto  dei controlli e delle possibili rinunce, il REN 2024 ha mostrato come l’interesse per il fotovoltaico residenziale sia ancora particolarmente attivo. E come la misura, nata nel 2019 come strumento regionale di contrasto alla povertà energetica, abbia seguito il giusto corso.

Il Reddito Energetico ha visto la luce la prima volta nel Comune di Porto Torres, in Sardegna, come un progetto fortemente voluto dal sindaco pentastellato Sean Wheeler. L’obiettivo? Portare avanti un percorso sociale di rilancio economico del territorio, dotando le famiglie in difficoltà di pannelli solari gratuiti.

La bontà dell’iniziativa, dimostratasi fin da subito un successo, ha convinto prima altre regioni a replicare lo strumento e il poi il Governo Conte a studiare un meccanismo applicabile a tutto il paese. Tuttavia per trasformare l’idea in realtà sono occorsi anni, a causa sia del cambio di Governo e del rimpasto delle funzioni ministeriali che del particolare periodo storico.

Oggi appare chiaro che l’intuizione di Porto Torres possa costituire uno strumento interessante per alleviare la povertà energetica (allora, ben lontani dal caro bolletta 2022, si stimava un risparmio per famiglia di 150-200 euro). Un’opinione condivisa dal ministro dell’Ambiente Pichetto secondo cui “lo strumento ha avuto un buon  impatto e si rivelerà molto utile; in chiave economica ed energetica per le famiglie che lo hanno scelto, ma anche più in generale verso i nostri obiettivi di crescita delle rinnovabili sul territorio”.

Ma veniamo ai dati di questo fine settimana. Secondo le informazioni condivise dal GSE, le domande provenienti da Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna hanno saturato il contingente dedicato al Mezzogiorno. Ossia 80 milioni di euro su un totale annuale di 100 milioni.

Da questi territori sono arrivate, infatti, oltre 10.500 richieste di accesso agli incentivi Reddito Energetico 2024 in appena 24 ore, dalle 12.00 di venerdì 5 luglio 2024.

Ma il portale del GSE resterà aperto. In ballo ci sono ancora le risorse destinate alle famiglie con basso ISEE nel resto delle Regioni e Province autonome d’Italia. In questo caso il budget di 20 milioni di euro risulta “prenotato” solo per un quarto (dati aggiornati all’8 luglio 2024). Con 618 richieste pervenute.

Per controllare l’andamento degli incentivi REN 24 viene in aiuto il Contatore del GSE che mostra le risorse residue, suddivise per zona geografica e in funzione delle richieste depositate.

In attesa di capire quando il bando sarà definitivamente chiuso e se il Gestore riaprirà lo sportello nel corso dell’anno per riassegnare le risorse liberate da rinunce ed esclusioni, c’è chi propone di anticipare gli incentivi del Reddito energetico 2025.

“Visto il grande successo, chiediamo al Governo di anticipare il bando di febbraio, che prevede altri 100 milioni di euro, in modo da permettere a tutti coloro che sono rimasti esclusi di poter fare richiesta”, scrive Antonio Trevisi, Senatore del Movimento 5 Stelle. “È fondamentale agire rapidamente per soddisfare le esigenze dei cittadini e sfruttare al meglio le risorse disponibili e per questo motivo lancio un appello per l’apertura del nuovo bando nazionale già a settembre, evitando di aspettare fino al 2025, e sollecito la Regione Puglia a riaprire il bando del reddito energetico per i fondi residui. E non dimentichiamo che il reddito energetico non è solo un aiuto economico per le famiglie italiane, ma rappresenta anche un passo significativo sul piano ambientale, verso un futuro più sostenibile”.

Leggi anche Incentivi fotovoltaico, i bonus 2024 per privati e famiglie

Rinnovabili •
About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.