Per l’associazione è necessario innanzitutto chiarire i costi e i benefici degli incentivi di ieri, di oggi e di domani e riformulare gli obiettivi al 2020 privilegiando le rinnovabili termiche
Per prima cosa sarebbe opportuno elaborare precise analisi costi-benefici sia degli incentivi per efficienza e fonti rinnovabili termiche ed elettriche concessi fino ad oggi che di quelli previsti da qui al 2020 e oltre. Andrebbe poi chiarito nel testo della SEN il contributo delle politiche di efficienza energetica e quello della crisi alla riduzione dei consumi; da qui la proposta di stoppare, dopo le aste, nel 2015, e dopo il V Conto Energia, nel 2016, gli incentivi alle FER elettriche intermittenti, privilegiando quelle continue e con maggiori ricadute, come la geotermia o gli impianti di cogenerazione a biomasse. Assumendo, infine, lo scenario di evoluzione dei consumi presentato nel PAN e condividendo l’obiettivo nazionale globale al 2020 del 20% di consumi coperti da FER riportato nella SEN, gli Amici della Terra propongono di aumentare al 22% l’obiettivo al 2020 delle FER termiche e di ridurre al 31% (dal 37% proposto nella SEN) quello delle FER elettriche. «In questo modo verrebbe dato un chiaro segnale di discontinuità rispetto al precedente ciclo di politiche per l’efficienza energetica e le rinnovabili – ha spiegato l’associazione, aggiungendo che – tale scelta consentirebbe sempre di raggiungere l’obiettivo del 20% nel 2020, privilegiando con chiarezza le rinnovabili termiche che sicuramente possono svilupparsi nella misura proposta con minori costi di incentivazione e maggiori ricadute per l’economia italiana rispetto alle rinnovabili elettriche».