(Rinnovabili.it) – Aumentare l’accesso alle nuove forme di energia è cruciale per sbloccare uno sviluppo sociale ed economico nell’Africa sub sahariana. Non poteva essere diverso da questo il nocciolo dell’Africa Energy Outlook, lo speciale di quest’anno del World Energy Outlook, autorevole report targato IEA (International Energy Agency). Il rapporto è stato presentato stamattina a Londra, e domani se ne parlerà anche a Roma, nel corso della Conferenza ministeriale Italia-Africa.
Le cifre che fornisce sono drammatiche: oltre 620 milioni di persone nella regione – circa due terzi della popolazione totale – vivono senza energia elettrica. Sono anche di più, 730 milioni, quelle che sono costrette ad adoperare modi di cucinare pericolosi e inefficienti. L’uso di biomasse solide, soprattutto legna da ardere e carbone, supera per quantità quello di tutti gli altri combustibili adoperati .
«Un miglior funzionamento del settore energetico è vitale per assicurare ai cittadini dell’Africa sub sahariana la possibilità di coltivare le proprie aspirazioni – ha detto il direttore esecutivo della IEA, Maria Van Der Hoeven – Tale settore sta operando da freno per lo sviluppo, ma tutto questo può essere superato e i benefici che ne deriverebbero sono enormi».
Le fonti energetiche dell’area sarebbero più che sufficienti a supplire ai bisogni della popolazione, spiega l’Africa Energy Outlook. Il problema è che sono ampiamente sottosviluppate. Il 30% dei giacimenti di petrolio e gas scoperti nel mondo negli scorsi 5 anni si trova proprio in Africa. Nigeria Sudafrica e Angola li potrebbero sfruttare, secondo gli esperti. Ma il vero nodo è quello delle rinnovabili. Un continente come l’Africa può contare su grandi potenzialità per il fotovoltaico, ma anche per l’idroelettrico.
Le prospettive dell’Africa Energy Outlook
Gli investimenti stanno crescendo, secondo gli analisti, soltanto che i due terzi del totale, dal 2000 a oggi, sono stati orientati sullo sviluppo di risorse destinate all’export. La capacità di produrre energia da immettere nella rete, di contro, è molto lontana dal raggiungere standard accettabili, e la metà è detenuta da un solo Paese, il Sudafrica. È necessario dunque potenziare le reti locali per il consumo interno, dato che le previsioni per il futuro dicono che il continente africano dovrà sostenere una delle sfide più difficili del nostro tempo. La sua popolazione è destinata a raddoppiare entro il 2040, superando gli 1,75 miliardi di persone, mentre la domanda di energia a crescere dell’80%. Tuttavia anche la capacità di generazione aumenterà: ci si aspetta che sarà quattro volte quella attuale, con le rinnovabili che arriveranno ad occupare il 45% del totale. Il rapporto prevede che gli impianti andranno dalle enormi dighe per l’idroelettrico a mini reti e soluzioni off grid.
La produzione di gas naturale raggiungerà, sempre al 2040, i 230 miliardi di metri cubi, e sarà trainata dalla Nigeria, con alte performance anche da parte di Mozambico, Tanzania e Angola. Triplicheranno anche le esportazioni, raggiungendo i 95 miliardi di metri cubi.
Anche le riserve di carbone cresceranno: la IEA stima un +50% nel 2040: il polo produttivo sarà sempre concentrato in Sudafrica, con un aumento però del Mozambico.
Il petrolio invece seguirà tendenze contrarie: si attesterà sui 6 milioni di barili al giorno nel 2020, per calare poi a 5.3 milioni nel 2040. La domanda invece raddoppierà, raggiungendo i 4 milioni di barili al giorno.
Tutto inutile?
In conclusione, il report sostiene che nonostante tutti i progressi dei prossimi 25 anni, il consumo pro capite di energia resterà basso e il consumo di combustibili fossili altamente inquinanti e non sicuri continuerà a rimanere il metodo più diffuso per scaldarsi e cucinare. Un miliardo di persone nel 2040 avrà accesso all’elettricità, ma il progresso verrà vanificato dall’aumento della popolazione.
Per dare una spinta all’economia del continente, secondo la IEA sarà necessario soddisfare tre criteri: un aumento degli investimenti nel settore energetico pari a 450 miliardi di dollari, una più seria cooperazione regionale nel facilitare la generazione su larga scala, e una gestione migliore e più trasparente delle risorse. Tali misure dovranno giocoforza essere accompagnate, dichiara l’agenzia, da riforme politiche sostanziali in grado di mettere l’Africa su un più rapido sentiero verso un moderno sistema dell’energia.