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Una tuta d’alimentazione per caricare i veicoli elettrici di domani

tuta d'alimentazione

Credits: Nano energy and Photonics UCF

Energized Composite for Electric Vehicles

Una tuta d’alimentazione per le auto elettriche i veicoli spaziali

(Rinnovabili.it) – Resistente come l’acciaio, leggero come l’alluminio e in grado di allungare l’autonomia dei veicoli elettrici. É il nuovo sistema di accumulo strutturale creato dai ricercatori dell’Università della Florida centrale in collaborazione con la NASA. Si tratta di una “tuta d’alimentazione – come chiamata dal gruppo – realizzata in materiale composito di carbonio.

Il suo compito è immagazzinare e fornire elettricità senza aumentare il peso o le dimensioni del mezzo in cui è integrata. Al contrario. I dispositivi di accumulo strutturale nascono proprio con l’obiettivo di fondersi fisicamente con la scocca di veicoli e apparecchiature elettriche, migliorandone l’efficienza complessiva. “La nostra idea è quella di utilizzare le carrozzerie per immagazzinare energia e dare così una mano alle tradizionali batterie”, afferma il coautore dello studio, il professor Jayan Thomas.

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Il nuovo dispositivo di storage è una sorta di ibrido batteria-condensatore. Per realizzarlo gli scienziati hanno impilato, in uno schema alternato, strati di fibra di carbonio caricati positivamente e negativamente. Hanno quindi integrato nella struttura dei fogli di grafene nanostrutturato per incrementarne la capacità d’accumulo. E depositato ossidi metallici sugli elettrodi per aumentare tensione e densità di energia.

I vantaggi? Il materiale offre una buona resistenza all’impatto, alla flessione e alla trazione. È atossico e non infiammabile. E la sua durata di vita in termini di clic carica-scarica, è 10 volte più lunga di una tradizionale batteria per auto elettrica. Secondo i ricercatori la speciale tuta d’alimentazione, se utilizzata come carrozzeria di un veicolo, potrebbe estenderne l’autonomia del 25%. “Oggi nelle auto elettriche, la batteria influisce del 30%-40% sul peso totale”, afferma il coautore dello studio Kowsik Sambath Kumar. “Con questo composito possiamo ottenere un chilometraggio aggiuntivo senza aumentare il peso”. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Small.

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