La recessione 2019 è stata più marcata per i sistemi di accumulo sul larga scala
(Rinnovabili.it) – Tempo di crisi anche per i sistemi di accumulo energetico in Europa. Il temuto blocco dell’energia pulita, a causa degli effetti del Covid-19, sta inevitabilmente rallentando anche la crescita dell’energy storage. Ma la colpa non può essere data esclusivamente alla pandemia di coronavirus. Come spiega la European Association for Storage of Energy (Ease), i primi problemi sono arrivati nel 2019, in tempi decisamente meno sospetti.
Nel 2017 Commissione europea ha lanciato l’European Battery Alliance con l’obiettivo di stimolare la nascita di un industria comunitaria delle batterie. Ma dopo dopo due anni di crescita quasi inaspettata, soprattutto nel Regno Unito e in Germania, il mercato accumulo europeo ha iniziato a rallentare. Il problema? Il mancato supporto statale per gli impianti su larga scala. A differenza delle installazioni domestiche, i grandi sistemi di accumulo richiedono, infatti, un lungo percorso a tappe prima di vedere la luce. Nella maggior parte dei casi hanno bisogno di un’autorizzazione iniziale, del sostegno finanziario del governo e di gare d’appalto.
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Nonostante ciò le prospettive di crescita per il 2020, secondo l’European Association for Storage of Energy, rimanevano buone.
Questo perlomeno finché l’economia globale, e quindi anche il settore delle rinnovabili, non si è scontrato con il coronavirus. Oggi la crescente preoccupazione che il Covid-19 possa bloccare lo sviluppo eolico e fotovoltaico del 2020, si riflette in pieno sul mercato dei sistemi di accumulo.
È ancora presto per poter valutare gli effetti della pandemia, anche se c’è già chi prova a fare delle ipotesi. Secondo Bloomberg New Energy Finance (BNEF), il coronavirus avrà un impatto sulla domanda di batterie piuttosto che sull’offerta. “L’industria delle batterie ha una capacità in eccesso, una maggiore automazione e molteplici hub di produzione, quindi la maggior parte dei produttori è in una posizione forte per resistere alla tempesta”. L’impatto maggiore, spiega BNEF, arriverà dalle modifiche alla domanda globale. Domanda che in uno scenario ottimistico sarà di 3GWh inferiore nel 2020 rispetto alle previsioni iniziali e, in uno pessimistico, di 9GWh più bassa.
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