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Sistemi di accumulo in Italia, il boom del 2022 (+333%) e le incertezze del 2023

Sistemi di accumulo in Italia
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Anie pubblica il nuovo “Osservatorio Sistemi di Accumulo” aggiornato al 31 dicembre 2022

(Rinnovabili.it) – Il 2022 è stato un anno d’oro per i sistemi di accumulo in Italia. Il settore non solo è cresciuto ma ha stabilito nuovi record rispetto al passato. In un solo anno il Belpaese ha installato 152.075 unità di energy storage, per una capacità totale di 2,03 GWh e una potenza pari 1,12 GW. 

A riportare i numeri è oggi ANIE Federazione nel suo consueto aggiornamento dedicato agli impianti di stoccaggio energetico in Italia. Il report, elaborazione dei dati sistema Gaudì di Terna, fa emergere chiaramente l’accelerazione del comparto. Confrontando 2021 e 2022 si nota, infatti, come i sistemi di accumulo siano passati da media di 3.000 nuove unità installate ogni mese ad una di ben 13.000 unità al mese. Pari ad una crescita del 333%.

Sistemi di accumulo 2023, nuove ombre

La causa o merito va cercata nei bonus edilizi. Interventi come il celebre 110% o la detrazione del 50% hanno spinto gli acquisti, forti del meccanismo di sconto in fattura o cessione del credito. Un traino potente il cui blocco (fronte cessioni) oggi spaventa il comparto, rendendo incerto il futuro a breve termine.

“Se originariamente le previsioni 2023 per questo segmento di mercato erano positive, con il blocco della cessione del credito istituito con il Decreto Legge n. 11 del 16 Febbraio 2023 esse sono da rivedersi in forte ribasso”, spiega ANIE. “La prospettiva è un 2023 in cui si raccoglieranno i frutti degli investimenti già in corso prima dell’entrata in vigore del decreto, qualora si sbloccherà per esse la possibilità di cedere il credito agli istituti finanziari, mentre vi sarà un blocco dei nuovi investimenti, perché il cittadino e le imprese dovranno adattarsi al nuovo scenario normativo. Sicuramente si prevede un forte rallentamento di questo segmento di mercato”.

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L’incertezza normativa è il fattore che pesa di più sul comparto, ma per i sistemi di accumulo di piccola e media taglia un aiuto potrebbe arrivare a breve con le nuove norme sulle comunità energetiche rinnovabili. Ma anche i prezzi di mercato dell’energia elettrica oggi costituiscono una leva. Più preoccupante appare la situazione per i grandi impianti di energy storage. In questo caso molte delle attese si focalizzavano sulle aste di Terna relative al Capacity Market e sul progetto pilota della Fast Reserve del 2020. “Da un lato è probabile che alcune di queste iniziative siano state fermate per l’aumento dei costi registrati sul mercato, dall’altro è plausibile che per parte di esse siano ancora da ultimare i lavori, essendo state concesse delle proroghe”.

Energy storage in Italia, i dati complessivi

Grazie alla crescita 2022, oggi risultano installati complessivamente ben 227.477 sistemi di accumulo, per una capacità cumulata di 2,75 GWh e una potenza complessiva di 1,53 GW. A questi si aggiungono gli impianti di Terna per altri 250 MWh di capacità e 60 MW di potenza. La tecnologia più diffusa? Ovviamente le batterie elettrochimiche al litio (99% del totale) seguite da quelle al Piombo (0,6%). Numeri decisamente più piccoli per le batterie di flusso al Poli-SolfuroBromuro e al Vanadio Redox, per le batterie a volano, quelle al Nichel-Cadmio, Nichel-idruri, Nichel-Zinco, Z.E.B.R.A., Zolfo-Sodio , metallo aria e supercondensatori.

La quasi totalità dei sistemi di accumulo in Italia risulta abbinato ad un impianto fotovoltaico, per lo più di taglia residenziale. La Lombardia si conferma come la regione con il maggior numero di sistemi installati (47.262 SdA per una potenza di 301 MW e una capacità di 542 MWh), seguita dal Veneto (33.106 SdA per 214 MW e 426 MWh) e dall’Emilia-Romagna (22.886 SdA per 163 MW e 269 MWh).

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