Inizierà dal prossimo anno la produzione di massa di batterie al sodio con tecnologia Natron
(Rinnovabili.it) – Sono sicure, velocemente ricaricabili e le ultime innovazioni a livello degli elettrodi ne hanno migliorato nettamente densità di potenza e ciclo di vita. Ma soprattutto si basano su un materiale economico, abbondante ed ecocompatibile. Parliamo della nuova generazione di batterie al sodio, ricaricabili decise a sottrarre una fetta di mercato alla tecnologia a ioni di litio.
Fino a pochi anni fa questi dispositivi di accumulo erano relegati nei laboratori di ricerca. Oggi più di un impresa sta investendo sulla loro commercializzazione. Una di queste è Natron Energy, produttore californiano di batterie che ha iniziato il conto alla rovescia per la produzione di massa. L’impianto di fabbricazione è frutto dell’accordo tra la società e Clarios International che ospiterà nella sua facility in Michigan la futura linea produttiva. Con l’obiettivo di metterla in funzione già il prossimo anno.
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Natron ha dedicato alla tecnologia a ioni di sodio 10 anni di ricerca prima di portare sul mercato il primo prodotto. Oggi le sue batterie offrono una densità di potenza volumetrica compresa tra quella delle piombo-acido e quella delle ioni di litio. Con una ricarica veloce in appena otto minuti e una durata di oltre 50.000 cicli. Le prestazioni lato densità di energia dovrebbero essere, invece, ancora basse; motivo per cui le sue batterie al sodio si prestano soprattutto come soluzioni di accumulo fisse, ad esempio nell’alimentazione di data center e reti di telecomunicazione.
Con il supporto dell’agenzia ARPA-E del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, la società installerà nuove apparecchiature di assemblaggio delle celle nello stabilimento di Clarios per consentire una produzione in serie. “Questo progetto segna l’inizio di una nuova era […] in cui passiamo dallo sviluppo del prodotto al servizio dei nostri clienti su vasta scala”, ha affermato Colin Wessells, fondatore e CEO di Natron. “Siamo grati per il continuo supporto di ARPA-E e Clarios che hanno contribuito a rendere possibile questo progetto”.
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