Superbonus ed ecobonus 50% hanno trainato i piccoli accumuli
(Rinnovabili.it) – In Italia continua la corsa dei piccoli accumuli. Mentre a livello nazionale si lavora sulle future aste per l’approvvigionamento a termine di capacità di stoccaggio elettrico, ANIE Federazione tira le somme del settore per i primi mesi dell’anno.
È di oggi la pubblicazione del nuovo report “Osservatorio Sistemi di accumulo”, elaborato a partire dai numeri del sistema Gaudì. Il documento mostra come il comparto stia vivendo un periodo di profondo cambiamento. E non pago dei risultati record del 2022 (rispetto gli anni passati), abbia installato in appena tre mesi ben 80.199 unità per una potenza complessiva di 741 MW e una capacità di 1.089 MWh. Si tratta perlopiù di impianti di piccola taglia, concentrati nel range 5-10 kWh e in quello 10-15 kWh. A conti fatti i primi tre mesi del 2023 hanno superato del 40% la nuova potenza installata negli ultimi 4 mesi del 2022 e del 26% in termini di capacità.
Trend tutti in crescita su cui ha avuto un ruolo predominante il superbonus 110% e in minore parte l’ecobonus 50%. Ma proprio in virtù della particolare leva, si prospetta un futuro di incertezze per il settore dei piccoli accumuli. “Si stima che nei prossimi mesi del 2023 si assisterà ad un rallentamento delle nuove installazioni residenziali a causa del blocco della cessione del credito”, scrive in una nota stampa Anie Federazione.
Sistemi d’accumulo in Italia, dati aggiornati al 2023
Complessivamente il dato nazionale si fa notare. Con le nuove aggiunte di inizio anno, il comparto dell’energy storge in Italia può oggi contare su un totale di 311.189 sistemi per una potenza di oltre 2,3 GW e una capacità massima di 3,9 GWh. A questi si aggiungono gli impianti di Terna per complessivi 60 MW e 250 MWh. La tecnologia a ioni di litio domina incontrastata così come poco cambia nella distribuzione per rande di capacità.
La quasi totalità (92%) dei SdA ha una taglia inferiore ai 20 kWh con una netta prevalenza dei sistemi tra i 5 e i 10 kWh (33%) e di quelli tra 10 kWh e 15 kWh (36%). La principale configurazione utilizzata? Quella “lato produzione in corrente continua” (88% dei casi) che prevedono il sistema d’accumulo posizionato prima della trasformazione dell’energia in alternata. Quella “lato produzione in corrente alternata” (accumulo posizionato dopo la trasformazione dell’energia in alternata) e quella “lato post produzione” (accumulo installato dopo il contatore di produzione) ricoprono rispettivamente il 5% e l’8%.
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