
Previsioni per il mercato europeo degli accumuli a batteria
In Europa la capacità dei sistemi di stoccaggio a batteria su scala di rete è destinata a correre. Lo ha mostrato per la parte italiana il recente rapporto sull’adeguatezza del sistema elettrico pubblicato da Terna, e lo conferma oggi il nuovo European Battery Markets Attractiveness Report (BatMAR) di Aurora Energy Research.
Il documento offre delle previsioni a breve e lungo termine per il mercato degli accumuli elettrochimici e individua i paesi più attraenti per investire nei BESS. Al numero uno? L’Italia. Il Belpaese, forte di nuovi e rodati meccanismi di remunerazione (MACSE e Capacity market) oggi rappresenta un mercato allettante. Ma andiamo con ordine.
Secondo gli analisti di Aurora il settore dei sistemi di accumulo a batteria su scala di rete aumenterà di cinque volte nei prossimi cinque anni. Passando dagli attuali 10,3 GW (dato di ottobre 2024) a ben 55 GW di potenza installata entro il 2030. “La proiezione a lungo termine nel rapporto sul mercato delle batterie prevede 126 GW di BESS su scala di rete europea entro il 2050”, spiega la società in una nota stampa. “Queste aggiunte, più i progetti di ripotenziamento, rappresenteranno un’opportunità di investimento di 100 miliardi di euro”, entro la metà del secolo.
Investire nei BESS, dove conviene?
Come riportato all’inizio, il report analizza da vicino anche i 28 paesi europei, identificando i più attraenti in cui investire nei BESS. L’Italia guida la classifica, grazie al suo obiettivo di capacità d’accumulo a batterie di 50 GWh entro il 2030 e all’apertura dei suoi mercati ausiliari ai BESS.
Segue la Gran Bretagna, supportata da una solida potenza installata di 4,3 GW (che dovrebbe arrivare a 10,6 GW nei prossimi 5 anni) , un’industria batterie consolidata e flussi di entrate interessanti che rafforzano la sua posizione. La Germania si classifica invece al terzo posto “grazie alle sue solide prospettive di mercato e agli ambiziosi obiettivi di energia rinnovabile”.
Accanto alle prime della classe primi si ritagliano un posto anche Belgio, Ungheria e Grecia . Le tre nazioni stanno emergendo come mercati interessanti, in particolare per gli investitori più piccoli o con una maggiore propensione al rischio.
Un futuro difficile da definire
“Il mercato dell’accumulo di energia su scala di rete continua a essere forte, con pipeline di investimenti in crescita grazie a promettenti opportunità”, spiega Eva Zimmermann, Senior Associate Flexible Energy, Pan European Power Markets, Aurora Energy Research. “Tuttavia, i mercati delle batterie hanno dinamiche di ricavi e costi complesse e i mercati europei differiscono per dimensioni, flussi di entrate e livelli di rischio. Ciò diventa evidente quando si confrontano anche i nostri mercati principali, Italia e Gran Bretagna: mentre l’Italia offre opportunità di entrare nel mercato come sviluppatore alla ricerca di progetti greenfield, la pipeline in Gran Bretagna è satura, quindi è attraente solo per gli investitori in progetti già avanzati”.
“Le batterie rappresentano un elemento cruciale nella transizione del sistema energetico verso quote maggiori di tecnologie rinnovabili, fornendo la flessibilità tanto necessaria al sistema”, ha aggiunto Jörn Richstein, responsabile della ricerca sui mercati energetici paneuropei. “Tuttavia, le tipologie di flessibilità necessarie e quindi le opportunità di guadagno connesse si evolvono nel tempo, rendendo questo un mercato altamente impegnativo da gestire e richiedendo una comprensione completa degli sviluppi futuri del mercato energetico locale”.