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L’industria delle batterie Ue non teme la Cina: “verso l’autosufficienza”

industria delle batterie UE
A destra Maroš Šefčovič, a sinistra Thierry Breton. Credits: Unione Europea

Le priorità dell’industria delle batterie UE

(Rinnovabili.it) – La Commissione europea non ha dubbi. Nei prossimi 5 anni gli sforzi riversati dal Blocco nell’accumulo, daranno i risultati sperati. E metteranno l’industria delle batterie UE in diretta concorrenza con quella cinese. A ribadirlo è ancora una volta il vicepresidente Maroš Šefčovič durante la riunione con i membri della European Battery Alliance. L’incontro, a cui hanno preso parte i vicepresidenti della Banca europea per gli investimenti e i ministri di 14 Stati membri, è servito a discutere dei progressi compiuti, identificando le priorità più urgenti.

L’ottimismo tecnologico che pervade l’esecutivo comunitario non nasconde, infatti, le sfide che attendono il settore. A partire dal grande gap di competenze specializzate che dovrà essere colmato nei prossimi anni.

Un dato è sicuro: l’industria delle batterie UE oggi poggia su solide fondamenta. “Nonostante la pandemia, l’Europa continua a essere un hotspot dell’accumulo, ha spiegato Šefčovič. Il commissionario ha sottolineato come i progetti lanciati sino ad ora stiano colmando il divario di investimenti rispetto ai principali concorrenti asiatici. E non esita ad affermare che l’Unione stia viaggiando verso un’aperta autonomia strategica nel settore dello storage chimico. “Siamo destinati a diventare il secondo più grande produttore di batterie al mondo, dietro la Cina. Inoltre, quasi 30 progetti annunciati dovrebbero in gran parte soddisfare la domanda dell’UE di batterie trainate dalla mobilità elettrica”.

Ma il percorso è solo all’inizio. Šefčovič ha dettato all’assemblea quelle che l’esecutivo ritiene essere le proprietà dei prossimi anni. Si parte con la questione normativa. Bruxelles sta preparando dobbiamo la  nuova proposta di regolamento sulle batterie. La speranza di Šefčovič è che i legislatori accelerino i lavori per adottarla entro il 2022 al più tardi”. Il tutto senza abbassarne il livello generale di ambizione in tema di sostenibilità e circolarità. 

In secondo luogo, è essenziale rafforzare l’approvvigionamento e la lavorazione dille materie prime locali sostenibili […] nonché la produzione locale di componenti chiave che determinano le prestazioni delle batterie agli ioni di litio”. Un aiuto in tal senso arrivare direttamente dalla commissione con la futura proposta sulla due diligence ambientale e una serie di principi UE che guidino l’azione industriale nel segmento delle materie prime. Ma ciò richiederà anche significativi investimenti e una maggiore mobilitazione dei finanziamenti pubblici, con il coinvolgimento diretto della BEI per colmare il divario finanziario.

“In terzo luogo – ha aggiunto il vicepresidente – il successo […] dipenderà dalla nostra capacità di affrontare la sfida delle competenze in rapida crescita”. Attualmente il mercato europeo non è ancora in grado di soddisfare a pieno la domanda di esperti. Si stima al 2025 serviranno almeno 800.000 lavoratori specializzati lungo l’intera catena del valore delle batterie. “Dobbiamo passare alla formazione al lavoro sul campo e, quindi, lanciare programmi nazionali di riqualificazione e miglioramento delle competenze negli Stati membri”. Šefčovič  ha chiuso l’incontro anticipando la firma ad aprile 2021 di un memorandum d’intesa tra esecutivo UE e attori privati sul partenariato di Horizon Europe. L’obiettivo? Promuovere la ricerca e l’innovazione nel settore delle batterie e per un valore di circa 900 milioni di euro. 

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