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La nuova era dell’industria batterie tra globalizzazione e standardizzazione

La nuova era dell'industria batterie tra globalizzazione e standardizzazione
Industria delle batterie a litio. Via depositphotos

Il nuovo commentary della IEA

Il 2024 non è stato segnato solo da tagli record nei prezzi dei moduli fotovoltaici. La tendenza al ribasso, spinta dalla crescita della domanda e dall’over-capacità produttiva, ha investito anche l’industria delle batterie. Un trend globale ma con origini geograficamente ben definite, su cui non si può fare a meno di notare la mano pesante della Cina. Nella Repubblica popolare, infatti, vengono prodotti attualmente oltre tre quarti di tutte le batterie al litio vendute a livello globale; prodotti immessi in commercio ad un prezzo generalmente dal 20% fino al 30% più basso di quello formulato dall’industria statunitense o europea.

Ma qualcosa nel settore sta cambiando, come fa notare il nuovo commentary “The battery industry has entered a new phase” dell’Agenzia Internazionale dell’Energia IEA.

I dati dell’Industria batterie globale

La nuova fase a cui fanno riferimento gli autori è caratterizzata da due tendenze precise: il passaggio da mercati piccoli e regionalizzati a mercati su grande scala e globalizzati, e la standardizzazione di una tutta una serie di approcci tecnologici.

Un dato è sicuro: l’industria delle batterie sta crescendo rapidamente. A fine 2024 vantava una capacità produttiva globale di circa 3 TWh/anno; cifra che potrebbe triplicare nel giro di appena 5 anni se tutti i progetti annunciati fino ad oggi dovessero essere realizzati. Allo stesso tempo, i prezzi sono scesi ulteriormente. Anche grazie al calo generalizzato nei costi delle materie prime, oggi il prezzo medio di un pacco batteria per un’auto elettrica appare finalmente sotto i 100 dollari/kWh.

“Guardando al futuro, economie di scala, partnership lungo la catena di fornitura, efficienza produttiva e la capacità di portare rapidamente le innovazioni sul mercato saranno cruciali per competere”, spiegano gli analisti. “Ciò probabilmente si tradurrà in un maggiore consolidamento nel settore, che sta oggi venendo rimodellato dagli sforzi dei governi per diversificare geograficamente le catene di fornitura delle batterie”.

L’industria delle batterie in Cina

Che la Cina fosse il numero uno nella produzione di batterie ricaricabili non è un mistero. Tuttavia nel 2024 ha consolidato ulteriormente la propria posizione, supportando l’ascesa sul mercato mondiale di veri e propri colossi, come ad esempio CATL e BYD. Queste aziende, prima di altre, hanno aumentato la capacità produttiva in modo rapido ed efficiente, ottenendo rese più elevate.

Una posizione di primo piano facilitata anche dall’integrazione della supply chain. Grazie a collaborazioni ed acquisizioni oggi molte aziende in Cina possono coprire quasi tutta la catena del valore, dall’estrazione dei minerali essenziali, alla fabbricazione del pacco batteria. E nel caso dei due giganti sopra citati, persino la produzione di veicoli elettrici.

Non solo. “I produttori cinesi hanno dato priorità al litio-ferro-fosfato (LFP), una chimica di batteria più economica“, sottolineano gli analisti IEA. I”nizialmente ritenute inadatte alle auto elettriche a causa della loro minore densità energetica, anni di ricerca e sviluppo da parte dell’industria cinese hanno perfezionato le batterie LFP, che ora coprono quasi la metà del mercato globale dei veicoli elettrici dopo aver più che triplicato la loro quota negli ultimi cinque anni”.

L’industria delle batterie in Europa

Tutti questi elementi uniti ad un’accesa concorrenza interna hanno fatto sì che le batterie cinesi fossero l’offerta più conveniente sul mercato nel 2024. Questa espansione ha messo molti produttori europei in crisi. “I costi di produzione nella regione sono circa il 50% più alti rispetto alla Cina; nel frattempo, l’ecosistema della filiera delle batterie è ancora relativamente debole e persiste una mancanza di lavoratori specializzati”.

Non mancano però segnali positivi per il futuro. Gli analisti IEA mettono in evidenza soprattutto due tendenze: da un lato i produttori cinesi stanno espandendo la loro presenza nella regione europea, anche tramite partnership; dall’altro le aziende coreane hanno iniziato a investire nella produzione di batterie LFP in Europa. Quest’ultime in particolare occupano una posizione da leader nella capacità industriale all’estero, con quasi 400 GWh di produzione annuale, superando di gran lunga i 60 GWh del Giappone e i 30 GWh della Cina.

 Nel frattempo, il Sud-est asiatico e il Marocco stanno emergendo come potenziali hub di produzione per batterie e relativi componenti. “Il Sud-est asiatico ha attratto significativi investimenti cinesi, che potrebbero accelerare il trasferimento di tecnologia e innovazione. In Indonesia, patria di metà del nichel estratto al mondo, i primi impianti di produzione di batterie per veicoli elettrici e di anodi in grafite hanno iniziato la produzione nel 2024”.

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