Il progetto europeo REVEAL sta sviluppando una nuova soluzione di stoccaggio che sfrutta la conversione dell'ossido di alluminio in alluminio
Le potenzialità delle celle di elettro-estrazione nell’accumulo energetico
(Rinnovabili.it) – Immagazzinare energia rinnovabile nell’alluminio durante l’estate per poter ottenere elettricità, idrogeno o calore quando necessario. Anche mesi e mesi dopo. Su questo obiettivo lavora REVEAL, progetto di ricerca europeo finanziato dal programma Horizon Europe e inaugurato a luglio di quest’anno. L’iniziativa coinvolge nove partner, tra aziende e istituti scientifici, provenienti da 7 Paesi del Vecchio Continente. Sotto il coordinamento della islandese Täknissetur, i ricercatori si sono dati 4 anni di tempo per sviluppare una nuova soluzione di stoccaggio basata sul “Power-to-Al”. Letteralmente “dall’elettricità all’alluminio”. Il concetto si affida alla conversione dell’ossido di alluminio in alluminio tramite elettrolisi (elettro-estrazione o electrowinning), processo utilizzato oggi per la produzione industriale di questo metallo a livello primario. Ma riadatta la tecnica per creare un ciclo di accumulo energetico continuo.
“È risaputo che la produzione di alluminio utilizza un’enorme quantità di elettricità”, spiegano i partner in una nota stampa. “Di solito, questo è visto come uno svantaggio da un punto di vista ecologico, soprattutto se l’elettricità è fornita da centrali a carbone. Ma cosa accadrebbe se per questo processo venisse utilizzata esclusivamente elettricità rinnovabile e la maggior parte di questa energia non fosse persa persa ma immagazzinata chimicamente nell’alluminio prodotto? E se la stessa energia stoccata potesse essere rilasciata molto più tardi e di nuovo in un luogo diverso?”
Immagazzinare energia nell’allumino con un’alta densità
Il progetto REVEAL ha uno scopo preciso: dimostrare la fattibilità del ciclo di accumulo Power-to-Al e i vantaggi rispetto ad altre tecnologie di storage, in termini di costi e impatto. Immagazzinare energia nell’alluminio dovrebbe, secondo le prime stime, garantire una densità volumetrica di accumulo di oltre 15 MWh/m3, senza perdite e con un impatto ambientale inferiore ad altre soluzioni.
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“Il vettore energetico, facilmente trasportabile, può essere utilizzato per la produzione di calore ed elettricità o idrogeno dove e quando necessario, in unità scalabili da pochi kW alla gamma MW”, si legge nel sito del progetto. “Questa rivoluzionaria soluzione di storage ad alta densità consentirà di coprire il fabbisogno energetico con flessibilità anche in piccole unità e situazioni off-grid e, soprattutto, in stagioni in cui la domanda è molto più alta di quanto la produzione rinnovabile locale potrebbe eventualmente coprire”.