Capgemini ha pubblicato oggi la 22a edizione del suo studio annuale sui mercati energetici mondiali. Un documento che si dipana tra trend consolidati e la "nuova normalità" indotta dal COVID-19
World Energy Markets Observatory: nuove riduzioni nei costi delle tecnologie dell’accumulo
(Rinnovabili.it) – L’autunno è la stagione dei report energetici. Il momento per fare i conti con i trend che ci portiamo da passato e le previsioni per il futuro. E così dopo il WEO 2020 dell’Agenzia internazionale dell’energia, il NEO di BloombergNEF e le nuove analisi di Rystad Energy, anche Capgemni presenta il suo rapporto annuale.
Il documento, il World Energy Markets Observator, riflette due narrazioni opposte. Quella legata al 2019, dove i trend della transizione energetica si sono consolidati con una crescita delle rinnovabili e delle tecnologie dell’accumulo; e quella attuale strettamente connessa alla pandemia in corso. Per gli analisti di Capgemini, infatti, nel 2020 il forte impatto che il COVID-19 ha avuto settore energetico “è destinato a reimpostare gli standard e a creare una cosiddetta nuova normalità”.
Il rapporto riporta in parte dati già noti, a cominciare dal calo delle emissioni del settore energetico: nel 2019 ha registrato un -0,4% a causa di un mix di fattori, tra cui il passaggio dal carbone al gas, che è diventato un meno 7-8% con l’inizio della crisi sanitaria e delle misure di lockdown 2020. Taglio sensibile ma che ha inciso poco sulla concentrazione di CO2 mondiale e che non durerà a lungo.
Tornando ancora una volta indietro di un anno, il documento spiega come gli investimenti nelle fonti rinnovabili abbiano rappresentato più della metà di quelli globali per la produzione elettrica. Con la crescita del mercato delle green energy e il progresso tecnologico, i costi dell’eolico e del solare hanno registrato una nuova riduzione di oltre il 10% nel 2019, con un calo costante mese dopo mese. Sono diminuiti anche i costi delle tecnologie di accumulo, sia quelle fisse che quelle mobili (veicoli). Le sole batterie a ioni di litio hanno registrato una diminuzione del 19%. E nel contempo sono stati presentati 115 progetti di mega-factory, di cui 88 solo in Cina.
L’incremento delle green energy ha anche posto nuove sfide alla stabilità della rete. Ma come sottolinea Marco Perovani, di Capgemini Italia, “numerosi strumenti e risorse digitali hanno raggiunto la maturità e sono disponibili per migliorare prevedibilità, affidabilità e stabilità della rete, oltre alla sicurezza dell’approvvigionamento, accelerando la transizione energetica”.
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La stabilità della rete richiede asset per una produzione programmata, capacità di stoccaggio o flessibilità di consumo funzionale. Il WEMO di Capgemini identifica diversi modi per migliorare l’equilibrio della rete laddove questa presenti un’elevata quota di fonti rinnovabili, in particolare attraverso una migliore previsione della produzione di energia, opzioni di stoccaggio a zero emissioni di carbonio e, soprattutto, sviluppo a breve termine di batterie e altre tecnologie a idrogeno. Far leva su digitalizzazione, intelligenza artificiale e automazione per ottenere una maggiore precisione nel prevedere e gestire la domanda, così come implementare la smart grid su scala rappresentano strategie per migliorare la gestione di un mix energetico ben distribuito. L’evoluzione delle normative dovrebbe inoltre introdurre incentivi che stimolino segnali economici positivi e il giusto tipo di investimenti.