Creato uno speciale legante per batterie che si dissolve rapidamente in soluzione rendendo semplice il processo di separazione dei materiali
Un nuovo materiale per batterie che si dissolve in acqua alcanica
(Rinnovabili.it) – Per aumentare il tasso di riciclo delle batterie ricaricabili perché non partire dal design? È esattamente questo il percorso intrapreso da un gruppo di scienziati del Lawrence Berkeley National Laboratory (Berkeley Lab), negli USA, creatori di un nuovo materiale per batterie che facilita le operazioni di smantellamento e recupero dei componenti.
È stato battezzato con il nome di Quick-Release Binder, ossia legante a rilascio rapido, ed è un mix di due polimeri ampiamente disponibili in commercio: l’acido poliacrilico (PAA) e la polietilenimmina (PEI). La sua funzione base è identica a quella degli altri leganti usati nelle batterie. Il compito, come suggerisce lo stesso nome, è quello di tenere assieme tutti gli ingredienti delle celle elettrochimiche, mantenendo l’architettura strutturale. Senza ovviamente interferire con i processi chimici che avvengono all’interno della cella.
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Ma il team del Berkeley Lab Energy Storage Center ha dato al proprio legante uno sprint in più. I legami chimici che uniscono i due polimeri, PPA e PEI, vengono spezzati tramite semplice immersione in acqua alcalina contenente idrossido di sodio. In questo modo i due polimeri si separano e si dissolvono del liquido, liberando i componenti dell’elettrodo che tenevano adesi.
Il Quick-Release Binder – spiega il laboratorio in una nota stampa – può essere utilizzato per realizzare anodi e catodi e costa circa un decimo del prezzo di due dei leganti commerciali più comunemente usati in questo settore. “Abbiamo dimostrato che l’intero processo è molto semplice su scala di laboratorio e non vediamo alcun motivo per cui non debba funzionare altrettanto bene su scala industriale”, ha affermato il ricercatore Chen Fang. Il gruppo è convinto che il nuovo materiale per batterie possa essere utilizzato per le ricaricabili di tutte le dimensioni, da quelle piccole dei telefoni cellulari a quelle extra-large delle centrali d’accumulo sulla rete elettrica nazionale.
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