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Batterie al litio, la catena di fornitura è dominata dalla Cina

Il Gigante asiatico domina indisturbato la supply chain globale, pronto a difendere il primato ancora per molto. Ma la classifica mondiale sta cambiando e gli Stati Uniti, passati dalla 6a alla 2a posizione, riaprono la "gara"

Batterie al litio catena fornitura
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BNEF pubblica la classifica globale della catena di approvvigionamento per le batterie al litio

(Rinnovabili.it) – Solo fino a pochi anni Giappone e Corea del Sud dominavano quasi incontrastate nel mercato delle batterie al litio. Una posizione di superiorità assicurata non solo nella produzione ma nell’intera catena di fornitura. Poi è arrivata la Cina. Oggi la Repubblica popolare domina la supply chain mondiale della tecnologia a ioni di litio. Si è guadagnata il primo posto nel 2020 e, secondo gli analisti di BloombergNEF (BNEF), rimarrà in tale posizione almeno fino al 2026. Merito di una politica aggressiva e lungimirante di investimenti con cui Pechino ha deciso di rispondere alla domanda d’accumulo per la mobilità elettrica locale e globale. E oggi il Paese ospita ben l’80% di tutta la capacità produttiva mondiale di celle per batteria. Impianti strategici che dovrebbero persino raddoppiare la propria produzione nel giro di 5 anni.

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Difficile tener testa ad una simile gigante, ma non impossibile. Lo dimostrano gli Stati Uniti che nel giro di appena un anno hanno scalato la classifica di BNEF. Sono passati dalla 6a posizione del 2020 ad essere i secondi al mondo per catena di approvvigionamento delle batterie al litio. Un risultato che non sorprende chi è abituato ai dati dell’e-mobilty. Gli USA sono, infatti, il secondo mercato mondiale per i veicoli elettrici, subito dietro la Cina, e la loro attenzione per gli accumulatori a ioni di litio è quasi fisiologica.

In questi anni produttori di celle come Tesla e altri grandi nomi asiatici hanno diretto sul territorio stelle e strisce significativi investimenti. Oggi la nuova politica dell’amministrazione Biden è fortemente intenzionata a consolidare la posizione statunitense nel mercato globale. “Gli Stati Uniti hanno molti degli ingredienti necessari per promuovere una catena del valore delle batterie a ioni di litio. In passato, le singole aziende […] hanno dovuto crearsi un percorso da sole”, commenta James Frith, responsabile Energy Stoage presso BNEF. “Ora che esiste un supporto politico in atto, stiamo assistendo a uno sforzo coordinato da parte delle imprese di tutta la catena di approvvigionamento per ancorare più valore all’interno del paese”.

E l’Europa? Nella classifica 2020 di BNEF ben 5 Paesi europei risultavano inclusi nella top-ten (Germania, Regno Unito, Finlandia, Francia e Svezia). Ma la supply chain ranking del 2021 presenta diverse sorprese. A cominciare dai progressi tedeschi, la cui catena di fornitura per le batterie al litio occupa oggi un terzo posto mondiale dal quinto del 2020. Seguono Svezia (4°), Finlandia (6°), Norvegia (7°) e Francia (9°). La Finlandia ospiterà a breve anche una delle più grandi raffinerie al mondo di nichel e solfato di cobalto, entrambi ingredienti chiave per l’accumulo della mobilità elettrica. 

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In realtà la nuova politica comunitaria sta cercando di recuperare il tempo perso fino ad oggi sulle batterie e mettere assieme i diversi sforzi nazionali. E dal momento che gli scambi all’interno dell’UE sono esenti da dazi e la domanda sta crescendo, gli analisti di BloomberNEF spiegano che aggregando i singoli dati si ottiene un risultato “regionale” che supera le performance cinesi. Sia quelle attuali che quelle del 2026. “L’Europa ha fissato l’ambizioso obiettivo di soddisfare per intero la propria domanda di batterie entro il 2025. E ha impegnato miliardi di euro in aiuti di Stato per attirare investimenti nella catena di fornitura delle batterie”, sottolinea Cecilia L’Ecluse, analista  di BNEF. “Ora stiamo iniziando a vedere i risultati di questo sforzo”.

La Corea del Sud e il Giappone si classificano più in basso nel 2021 rispetto allo scorso anno, ma il Giappone è sulla buona strada per recuperare raggiungendo il terzo posto nel 2026, grazie alla crescita di domanda interna e dei nuovi investimenti su raffinazione dei materiali e produzione di componentistica.