Cresce il mercato delle batterie a ioni di sodio
(Rinnovabili.it) – Offrono una buona densità energetica e un alto livello di sostenibilità ma soprattutto hanno un costo invidiabile. Parliamo delle batterie al sodio, o più precisamente agli ioni di sodio (Na+), una delle alternative più promettenti alle ricaricabili a ioni Litio. Sviluppate per la prima volta negli anni ’70, le batterie Na-Ion hanno vissuto una vera e propria rinascita nei primi anni del 2010. E oggi finalmente i primi prodotti sono arrivati sul mercato. Tra le diverse aziende impegnate a farsi un nome nel settore c’è anche Northvolt, società svedese già attiva nella produzione delle batterie al litio.
Northvolt ha fatto sapere in questi giorni di aver raggiunto un nuovo risultato degno di nota con la tecnologia a ioni di sodio: una cella con una densità energetica di oltre 160 Wh per chilogrammo. Il valore, “il migliore della sua categoria” secondo quanto riporta il produttore, è stato convalidato presso il campus di ricerca, sviluppo e industrializzazione Northvolt Labs, a Västerås.
Catodi in bianco di Prussia
I punti di forza della nuova cella? Oltre ovviamente all’energia specifica, la batteria al sodio di Northvolt è più economica e sostenibile rispetto ai prodotti chimici convenzionali al nichel, manganese e cobalto (NMC) o al fosfato di ferro (LFP). Il design impiega un anodo in carbonio duro e un catodo a base di bianco di Prussia. Quest’ultimo rappresenta la forma completamente ridotta e sodica del ben più noto blu di Prussia. E come il blu di Prussia rappresenta un materiale particolarmente promettente per gli elettrodi delle batterie al Na+ grazie al suo elevato potenziale di lavoro, l’alta capacità teorica e la bassa tossicità. In più il bianco di Prussia è caratterizzato anche da una facile preparazione.
Northvolt ritiene di essere la prima ad aver industrializzato delle ricaricabili Na-Ion a base di bianco di Prussia, portandole in commercio.
Batteria al sodio: 1-1 per Svezia – Cina
“Il mondo ha riposto grandi speranze negli ioni di sodio e sono davvero felice di dire che abbiamo sviluppato una tecnologia che consentirà il suo ampio impiego per accelerare la transizione energetica“, ha commentato Peter Carlsson, CEO e co-fondatore dell’azienda. “Si tratta di una pietra miliare importante per la nostra proposta di mercato, ma una tecnologia come questa è fondamentale anche per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità globale, rendendo l’elettrificazione più economica, sostenibile e accessibile in tutto il mondo”.
La prima generazione di celle agli ioni di sodio di Northvolt è stata progettata principalmente per l’accumulo stazionario, ma quelle successive dovrebbero offrire densità maggiori per consentire anche soluzioni di mobilità elettrica economicamente vantaggiose. E la società svedese non è l’unica a puntare oltre i 160 Wh/kg. Anche la cinese CATL ha presentato delle batterie al sodio con la medesima energia specifica e oggi punta a sviluppare una cella da 200 Wh/kg.