Un 70% di efficienza per la nuova batteria ad aria compressa dell’Accademia cinese delle Scienze
(Rinnovabili.it) – La più grande ed efficiente batteria ad aria compressa mai realizzata al mondo? Per ora è quella installata e attivata a Zhangjiakou, una città nella provincia di Hebei, nel nord della Cina. Lo rende noto l’Accademia cinese delle scienze spiegando come l’impianto rappresenti il primo progetto dimostrativo nazionale di CAES avanzato (Air Compresse Energy Storage, letteralmente “stoccaggio energetico ad aria compressa”).
Sulla carta il funzionamento di questa tecnologia è “abbastanza” semplice. In un sistema CAES convenzionale, l’energia elettrica prodotta nei momenti di maggiore offerta viene utilizzata per comprimere l’aria e immagazzinarla in caverne sotterranee sigillate. Quindi viene riportata in superficie all’aumentare della domanda, recuperando l’energia in una turbina a gas. Un passaggio quest’ultimo che richiede però la miscelazione con gas fossile prima che l’aria venga bruciata ed espansa attraverso le turbine.
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Ad oggi esistono diversi sistemi di questo tipo con livelli di potenza che variano da 35 a oltre 300 MW, la cui efficienza tuttavia raramente supera il 50%. Nei CAES avanzati, invece, le prestazioni aumentano e la dipendenza dagli idrocarburi viene meno.
Il team di ricercatori cinesi ha progettato una batteria da aria compressa da 100 MW di potenza e 400 MWh che si affida ad una serie di innovazioni per alzare l’efficienza e fare a meno di gas fossili e caverne. Nel dettaglio il sistema utilizza un serbatoio di accumulo di aria artificiale in grado di migliorarne anche la densità stoccaggio, oltre a riciclare il calore di compressione e adottare tecnologie come lo scambio termico supercritico, la compressione ed espansione ad alto carico. Secondo China Energy Storage Alliance il nuovo impianto dovrebbe vantare un’efficienza del 70,4%.
L’allaccio alla rete cittadina è avvenuto lo scorso 30 ottobre. Da allora la batteria ha messo a disposizione del sistema elettrico la sua capacità al fine di conservare i surplus di energia rinnovabile e ridistribuirli durante i picchi di consumo. “La centrale – spiega l’Accademia – può generare più di 132 milioni di kWh di elettricità all’anno, fornendo elettricità a 40.000-60.000 famiglie durante i picchi di consumo di elettricità”.
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