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Sardegna, un sistema ibrido di accumulo gravitazionale nell’ex miniera di carbone

A settembre, nei pozzi profondi 500 metri del sito di Nuraxi Figus, saranno installati i primi elementi modulari che compongono il sistema di accumulo gravitazionale basato sull’idroelettrico a pompaggio

Accumulo gravitazionale: un sistema ibrido da 100 MW in Sardegna
crediti: Energy Vault

Partnership tra Regione Sardegna ed Energy Vault per la riconversione del sito con l’accumulo gravitazionale

Un sistema ibrido di accumulo gravitazionale di energia da 100 MW, all’interno di una ex miniera sotterranea di carbone in Sardegna. È il progetto che prenderà il via da settembre presso il sito di Nuraxi Figus, di proprietà della Carbosulcis. La miniera è destinata alla dismissione entro fine 2026 e sarà convertito in un hub tecnologico con un impatto ambientale minimo. Anche grazie alla partnership con Energy Vault, azienda svizzera specializzata in soluzioni di accumulo di energia sostenibili grid-scale.

Dal carbone all’accumulo gravitazionale ibrido

L’impianto sardo combinerà 20 MW di accumulo energetico gravitazionale nei pozzi minerari con 80 MW di accumulo a batteria localizzati in superficie. Come funziona concretamente? La soluzione ideata da Energy Vault abbina la tecnologia di accumulo di energia a pompaggio idroelettrico di lunga data con un’’innovativa tecnologia di accumulo gravitazionale dell’energia sviluppata dall’azienda. La cui caratteristica principale è la modularità.

Al centro della tecnologia EVO di Energy Vault c’è un sistema modulare per immagazzinare l’acqua in moduli prefabbricati, a forma di albero. Senza, quindi, richiedere la costruzione di dighe per lo stoccaggio dell’acqua. I moduli sono poi installati all’interno dei pozzi della miniera, profondi 500 metri, a diverse altezze, e collegati alle turbine di pompaggio tramite condotte forzate. L’acqua viene pompata nei moduli a seconda della necessità di stoccare o generare energia.

Restano ancora da limare alcuni dettagli del funzionamento del sistema di accumulo gravitazionale. Al momento, Regione Sardegna – proprietaria del sito estrattivo – e Energy Vault stanno considerando un sistema capace di operare 4 ore al giorno. Si attende però ancora una decisione finale, i cui dettagli dipenderanno dai requisiti tecnici e commerciali stabiliti da Terna.

Un hub verde per stabilizzare la rete elettrica sarda

Per Energy Vault, il progetto in Sardegna è il secondo del suo genere dopo quello di una microgrid verde nel nord della California, Calistoga PG&E, dove l’azienda ha abbinato idrogeno verde e batterie al litio. La riconversione di Nuraxi Figus, una delle più grandi miniere di carbone d’Europa con riserve pari a 2,5 miliardi di tonnellate di carbone sub-bituminoso, supporterà la transizione industriale ed economica dell’area, fortemente impattata dall’abbandono della produzione di carbone.

L’installazione dei primi elementi modulari è prevista per settembre 2024, mentre durante il 2025 si dovrebbe completare il collaudo della componente sotterranea del sistema ibrido di accumulo gravitazionale di energia. Una volta operativo, il sito contribuirà a stabilizzare la rete elettrica dell’isola, con l’obiettivo di distribuire energia rinnovabile per contribuire a soddisfare l’elevata domanda durante le ore di punta, promuovendo al contempo un ulteriore uso locale della produzione rinnovabile in Sardegna.

“L’accumulo di energia è una componente fondamentale per un utilizzo migliore delle energie rinnovabili 24 ore su 24 in Sardegna. Consideriamo questa importante collaborazione con Energy Vault un passo fondamentale nello sviluppo del Technology Hub, che intende promuovere l’innovazione, recuperando un ex sito minerario e rafforzando il concetto di “transizione intelligente” verso le energie rinnovabili in un’area come il Sulcis Inglesiente, fortemente colpita dall’uscita dai combustibili fossili, come il carbone”, sottolinea Francesco Lippi, ad di Carbosulcis.

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