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Accumulo energetico, le installazioni mondiali toccheranno i 15 GW nel 2024

Diminuiscono i costi, crescono incentivi diretti e obiettivi politici, mentre mercati e fornitori energetici iniziano a riconoscere il potenziale dello storage. L’analisi di Wood Mackenzie

Accumulo energetico
Di UniEnergy TechnologiesOpera propria, CC BY-SA 4.0, Collegamento

 

 

Previsioni a breve termine sul mercato dell’accumulo energetico globale

(Rinnovabili.it) – Il mercato globale dell’accumulo energetico è quadruplicato lo scorso anno, aggiungendo 4 gigawatt di nuove installazioni. Un trend positivo che proseguirà con maggiore intensità anche nel futuro a breve termine. A confermarlo sono oggi le previsioni di Wood Mackenzie, secondo cui l’energy storage globale toccherà i 15 gigawatt di nuova potenza installa nel 2024.

L’industria dell’accumulo energetico inizia il nuovo decennio nel mezzo di una rapida trasformazione: da mercato di nicchia sta velocemente assumendo un ruolo centrale nella transizione energetica globale.  La maggior parte dei progetti su scala di rete realizzati negli ultimi anni sono stati limitati ad applicazioni di breve durata, come i servizi ausiliari: “Il frutto più facile da cogliere sull’albero dello stoccaggio“, spiegano gli analisti. Ma i nuovi progetti fanno già intravedere un cambiamento. 

 

Recentemente il mercato ha assistito ad una serie di importanti annunci, in particolare negli Stati Uniti, dove l‘accoppiata batterie e fotovoltaico sta facendo strada. C’è chi chi come NextEra Energy, il principale produttore di rinnovabili del Nord America, ha annunciato un piano per costruire fino a 1.250 megawatt di capacità di stoccaggio nel 2021-2022, attraverso la sua “ricetta personale” per gli impianti. O chi come NV Energy ha in programma di acquisire 350 megawatt di fotovoltaico e 250-280 megawatt di stoccaggio per alimentare il nuovo data center di Google a Henderson. “Piuttosto che compensare semplicemente l’elettricità consumata, Google sta cercando di abbinare i consumi con la disponibilità energetica e ciò richiede impianti di accumulo. Se questo dovesse prendere piede tra le altre società che promuovono politiche climatiche, il vantaggio (per il settore dello stoccaggio) potrebbe essere enorme”, spiega Daniel Finn-Foley, a capo della sezione Energy Storage presso Wood Mackenzie.

 

L’analista ha messo in evidenza alcune tendenze che influenzeranno l’industria dell’accumulo energetico da oggi al 2030. Una di queste riguarda ovviamente i costi delle tecnologia. I prezzi sono diminuiti regolarmente in percentuali a due cifre durante la metà dell’ultimo decennio, ma il calo è andato via via moderandosi. Lo scorso anno il settore ha registrato un meno 6% nei costi dei sistemi e questa è più o meno la traiettoria che l’industria può aspettarsi per il prossimo futuro.

Altro elemento da tenere d’occhio le crescenti opportunità per lo stoccaggio residenziale e commerciale “behind-the-meter”. Se oggi infatti i progetti di accumulo su scala di rete rappresenteranno la maggior parte dei gigawatt installati, le preoccupazioni relative ai blackout e ad altri eventi indotti dal clima stimoleranno sempre più la domanda di sistemi di batterie nelle case e nelle aziende. Lo dimostra, ad esempio, la California dove, dopo i tremendi incendi 2019, i regolatori hanno inserito anche le batterie nel programma d’incentivazione all’autoproduzione energetica.

 

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Da tenere in considerazione anche il crescente interesse da parte delle compagnie petrolifere e del gas al mondo dell’energy storage. È il caso della compagnia anglo-olandese Shell che ha acquisito la tedesca Sonnen e una società britannica, entrambe attive nello storage (leggi anche Accumulo distribuito, Italia e Germania le prime della classe). O della francese Total  che ha annunciato l’intenzione di collaborare con la Opel per produrre batterie di veicoli elettrici.

 

Finn-Foley  mette anche in guardia il settore dal “cigno grigio” più probabile, etichetta che in economia viene assegnata a quegli eventi presi sottogamba, che potrebbero invece portare a conseguenze pesanti in termini finanziari. Il rischio in questo caso è quello di una carenza nella dinamica e nella catena di approvvigionamento delle materie prime; fattori che hanno già ritardato un certo numero di progetti di stoccaggio nel 2018-2019.

Il mercato dell’accumulo energetico fisso ha il “vantaggio e la complicazione” di avere una catena di approvvigionamento che si sovrappone alle industrie dei veicoli elettrici e dell’elettronica di consumo, spiega l’esperto. Beneficia di tutti i progressi provenienti da questi due campi per le batterie ricaricabili ma allo stesso tempo è fortemente legato ai loro obiettivi di ricerca, sviluppo e innovazione.